Altare argenteo di San Iacopo: in uscita il volume dedicato al capolavoro di oreficeria realizzato tra Medioevo e Rinascimento.
Un nuovo libro, della serie Avvicinatevi alla Bellezza, è in preparazione da parte della Giorgio Tesi Editrice. Si tratta di una pubblicazione da lungo tempo attesa. Da cittadini e turisti ma anche da studiosi in cerca di ulteriori prospettive di ricerca.
La nuova impresa editoriale sarà dedicata all’altare argenteo di San Jacopo, il monumentale capolavoro di oreficeria e d’arte sacra realizzato fra Medioevo e Rinascimento, custodito nella Cattedrale di Pistoia e noto ovunque.
È ancora oggi uno dei validi motivi per cui un turista, italiano o straniero, scelga Pistoia come città da non perdere nel suo Tour in Toscana. Pistoia è stata ed è una città dai tesori nascosti.
Tesori splendidi e inaspettati, per chi non la conosca e non sappia come penetrare in essa: tesori dalla bellezza e dalla suggestione profonda, che oltrepassano il tempo in cui furono pensati ed eseguiti.
Non per la gioia degli occhi di un ricco privato o di un collezionista che possa compiacersi del buon investimento economico fatto, a suo esclusivo uso e consumo, ma per la collettività.
Sono tesori d’arte che un tempo sono serviti per dare anche ai meno colti e ai più semplici una guida eloquente, persuasiva per la profondità d’espressione, per comprendere il senso di un tesoro di fede e di esperienza umana elaborato in tempi difficili: come i nostri.
Oggi, come allora, ci si potrebbe chiedere – senza poter ricevere una risposta univoca – per quale motivo si dovessero spendere tanti soldi in opere d’arte e di arredo liturgico da mettere nelle chiese, mentre bussavano alle porte di quelle stesse chiese i poveri, i derelitti vaganti senza più patria, in cerca di sopravvivere con la carità degli altri, senza cibo e un tetto dove ripararsi durante la loro esistenza, spesso destinati a morire di stenti in un angolo di un luogo estraneo.
Il tema ci porterebbe lontano. Ma la risposta trovata, che implicitamente le nostre opere d’arte “sacra”, di cui ci ha fatto dono la sapienza del passato, possono fornirci, è che la Bellezza di per sé consola e rigenera. In modo diretto ed immediato, come la Musica.
L’esperienza della Bellezza è, ad un tempo, estremamente aristocratica (perché presuppone un animo educato mediante la cultura e la capacità di nobili sentimenti) e democratica, nel suo colpire in modo inatteso e folgorante anche chi non si era mai avvicinato ad essa.
Per questa seconda eventualità, occorre però un mediatore. Occorre il filtro: di un occhio, di una mente, di un “cuore” che restituiscano il senso profondo, la necessità umana di quella Bellezza. In modo che essa sia, come in origine, emozionata ed emozionante, guida per una comprensione (anche solo intuitiva, perché anche così è sufficiente) di quel cosmo ordinato e armonico in cui quelle forme abitano, create dall’abilità materiale e tecnica, ma anche dall’intensità dei sentimenti dell’artista che ne è padre e madre.
La formula opportunamente trovata per questa serie di libri pubblicati dalla Giorgio Tesi Editrice risponde, in modo innovativo, a questo scopo.
Questo felice risultato deriva, a mio parere, proprio dal non far parte del consueto ambito cui appartengono gli Editori, specialmente gli Editori d’arte: il cui scopo, in generale, è quello di fornire una documentazione “fotografica” e “oggettiva” delle opere di cui si tratta nel relativo testo d’accompagnamento, che ha normalmente valore prioritario.
La mentalità imprenditoriale della Giorgio Tesi Group, che ha presieduto anche alla riuscita formula messa a punto per la rivista NATURART, ha portato al “ribaltamento” di questa prospettiva, calibrando il prodotto editoriale sulle esigenze contemporanee degli utenti di cultura. I suoi libri d’arte – finora dedicati ai “tesori” pistoiesi – appartengono all’attuale civiltà delle immagini e si avvalgono di testi sintetici e agili, talvolta solo di “schede descrittive”, come completamento del superbo apparato illustrativo. Che è un vero e proprio documento del “sentire” l’arte dei nostri tempi, e come tale viene restituito, con tutto il suo potenziale comunicativo.
L’incontro tra “comunicatore” ed “utente” avviene in prima istanza su quelle pagine piene di magia espressiva ed interpretativa, per poi lasciare libero campo ad infiniti ulteriori itinerari personali diretti ad incontrare ogni opera così proposta. Per una riscoperta, un dialogo personale che porta a provare reverente rispetto per la nostra antica storia, a condividerla come nostra personale ricchezza.
È la prospettiva delle immagini dedicate alle Formelle “Robbiane” con le Opere di Misericordia della facciata porticata rinascimentale dell’Ospedale del Ceppo; agli splendidi Pulpiti pistoiesi; alla dolcissima Visitazione di Luca della Robbia, capolavoro in terracotta invetriata che, nascosto nella tenace penombra della chiesa di San Giovanni Fuorcivitas, ha ricevuto nuova, meritata visibilità grazie ad un opportuno restauro effettuato dalla Soprintendenza e ad un’importante mostra tenutasi negli USA l’anno scorso.
Questa volta, l’impresa era anche più difficile. Non solo perché ha imposto la stesura del testo di supporto alle immagini che rispondesse ai requisiti di presentare in modo sintetico, ma scientificamente adeguato, una materia sotto vari aspetti specialistica, ma soprattutto perché ha spinto oltre i risultati raggiunti finora le capacità di restituzione animata e “poetica” del fotografo Nicolò Begliomini, il vero fulcro di questa produzione editoriale.
L’autrice del testo, che a lui si è affiancata intrattenendo un dialogo con tale vero e proprio co-autore del libro, desidera esprimere a lui e all’Editore, un sincero ringraziamento per questo splendido e riuscito recupero di quanto – figure, ornamenti, smalti dalla profondità luminosa di gemme – serve a ricomporre un incantevole viaggio entro e dinanzi l’altare argenteo di San Jacopo, tesoro di tutti.
Testo
Lucia Gai
Foto
Nicolò Begliomini
Foto di apertura
Lorenzo Gori