Ce lo racconta Walter Tripi.
1. Tradizionalmente, il Fintocolto è indeciso sul vestiario da Blues. In questo 2015, a venirgli incontro il mondo intero e la sua rinnovata passione per lo stile neo-sciatto. Il risvolto ai pantaloni da “fu pucioso”, il pelo che torna prepotentemente sui volti e ovunque, le calzature da pochi euro che fanno moda. È perfetto. Il bilanciamento faticoso degli scorsi tra Mood Quotidiano e Mood Blues, oggetto di tanti pomeriggi perduti negli anni passati, è stato finalmente automatizzato.
2. Tradizionalmente, il Fintocolto deve soddisfare le proprie altissime aspettative sull’alcool. L’area ZTL della città diviene il “Giochi senza frontiere” dell’etilismo da discount. Gli sforzi che durante l’anno il Fintocolto compie per farsi piacere la birra (troppo amara, ma ammetterlo sarebbe un fallimento), il vino (troppo acidulo, ma ammetterlo sarebbe una sconfitta), i cocktail (troppo pesanti…no, forse no) si sommano in un’unica grande parola: Sangria. Troppa, ma ammetterlo sarebbe un’ingiustizia.
3. Il Fintocolto pensa con ampia nostalgia ai bei Blues di una volta. L’entusiasmo che saliva dai tombini come It, la musica era vera, l’audacia sincera. Quando tutto era naturale, quando tutto era così sognante. Insomma, quando lui non c’era. Ha nostalgia per la nostalgia altrui.
4. A proposito di musica: il Fintocolto si lamenta. In ogni caso, si lamenta. Che sia dei concerti, che sia dei commenti sui concerti, che sia del concerto di commenti prima del concerto, fatto sta che la lamentela è all’ordine del giorno. Esiste poi il Fintocolto del “ma ci pensi che su quel palco ha suonato Stevie Ray Vaughan?!”, ma di solito viene escluso dal gruppo e relegato al mesto ruolo di guidatore dell’automobile che riporterà a casa gli altri. Basta, basta pensare sempre al lato artistico delle cose. Non se ne può più.
5. E, sempre a tal proposito, dove è finito Robert Cray in questa edizione?
6. Durante il Blues, il Fintocolto vede la città come un grande caleidoscopio di emozioni diverse, banchi, pezzi unici d’artigianato, sorrisi, facce spaurite, occhiaie, sudori profumati, elisir, sudori meno profumati, cibi da sveltina, musiche che si fondono e si confondono, musiche che si rifondano, allegrie di più tonalità. Poi esce di casa.
Walter Tripi
Sono nato nel 1989 a Pistoia e non ho mai smesso. Mi sono diplomato, ho giocato a fare un sacco di cose tra cui suonare e studiare. Lavoro e soprattutto scrivo. Ho pubblicato poesia, narrativa, un libro per bambini. Collaboro con blog e riviste, ho vinto qualche premio e ho ideato Il Fintocolto.