Dal 1931 UFIP produce i migliori piatti musicali al mondo…
Non tutti sanno che i piatti per batteria usati da band e musicisti di fama mondiale vengono realizzati in una piccola azienda di artigiani pistoiesi… Si tratta della UFIP, leader dal 1931 nella produzione di piatti musicali e strumenti a percussione che tramanda di generazione in generazione una sapienza artigianale secolare.
Oggi l’UFIP, grazie alla sapienza di dodici artigiani guidati da Luigi Tronci e Alberto Biasei, è la massima espressione della manualità toscana, quale cura amorevole e maniacale del prodotto che trasforma rame e stagno in un prodotto che viene richiesto in cinque continenti.
La storia dell’UFIP trova le sue radici nella seconda metà dell’Ottocento, quando a Pistoia esistevano diverse ditte a conduzione familiare che realizzavano organi da chiesa usati anche da Puccini, Verdi e Mascagni. All’inizio del Novecento in questa zona i costruttori di organi a canne, forti della loro esperienza nella fusione dei metalli, cominciarono a dedicarsi alla realizzazione di piatti musicali. Nel 1931 nacquero quattro ditte di questo tipo che si riunirono nella “Unione fabbricanti italiani di piatti musicali e tam tam” formata dalle aziende: Tronci, Leopoldo Rosati, Marradi e Benti, Zanchi e Biasei.
“Io sono nato nel 35 – racconta Luigi Tronci – mi ricordo che a causa della guerra l’azienda era stata distrutta completamente, mi ricordo che una volta ricostruita i primi ordini arrivarono dopo 3 anni nel ’46. L’UFIP era una delle poche ditte in piedi che riusciva a svolgere un po’ di lavoro. L’ottone non si trovava in giro, era materiale strategico riservato alla guerra. Si riusciva a trovare un po’ di metallo per produrre recuperando i bossoli dei proiettili e andando a cercare al mercato nero.”
La grande svolta e il boom negli strumenti a percussione avvenne nel biennio ’60-’70. Woodstock fu uno spartiacque, ci fu una grandissima rivoluzione musicale. Scattò un meccanismo per cui con le contaminazioni e gli scambi culturali nacquero generi musicali diversi ai quali servivano linee di piatti diversificate. “In quegli anni i nostri artigiani hanno lavorato a stretto contatto con i musicisti. Tutti i percussionisti e batteristi più importanti sono passati da qui” racconta il Presidente Tronci.
Non si tratta di un’azienda di grosse dimensioni: quattro persone alla dirigenza due titolari, dodici persone in fabbrica e due alle spedizioni. Vengono realizzati circa 25 mila pezzi l’anno in tutto il mondo. Anche se il mercato italiano adesso è in crisi, l’UFIP si salva con l’estero: Inghilterra, Germania, Francia, Stati Uniti e adesso anche Giappone.
L’evoluzione musicale apre nuovi panorami musicali all’UFIP che deve fare i conti con l’arrivo dell’elettronica e quindi l’amplificazione, la distorsione, i microfoni e nuove possibilità tecnologiche che modificano il suono.
A Pistoia, grazie al lavoro di Luigi Tronci, un intero patrimonio di esperienza, storia e cultura è confluito un paio di anni fa in un museo della musica unico nel suo genere: si tratta della Fondazione Luigi Tronci Onlus, che ha trovato spazio nel centro storico di Pistoia, all’interno dei locali del Conservatorio di San Giovanni Battista. Il percorso museale comprende una vasta collezione di strumenti musicali tra campane, piatti, gongs e tam tam provenienti da tutto il mondo e da ogni epoca: qui viene, infatti, ricostruita la storia di questi oggetti e dei materiali con cui sono stati costruiti. La Fondazione è molto più di un museo: vanta infatti l’attività di un centro didattico che organizza periodicamente percorsi guidati, visite e progetti speciali per gli studenti delle scuole, avvalendosi di docenti ed esperti del settore.
Nata soltanto nel 2009, la Fondazione Tronci promette di confermarsi, sempre di più, come reale punto di riferimento per appassionati della musica e professionisti.