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Un tesoro restituito alla città

L’intervento di ripristino funzionale del Pantheon di Piazza San Francesco prese le mosse dall’approfondita analisi dello stato di forte degrado e abbandono cui l’intero complesso era soggetto. Il recupero del Pantheon passa dalla riqualificazione architettonica.
L’intento del progetto è volto a mettere in sicurezza l’ambiente centrale dell’emiciclo, e le stanze comunicanti con questo, lato parcheggio di Porta al Borgo, al fine di renderle fruibili alla popolazione nei più svariati modi.
Nella rifunzionalizzazione è stato, quindi, pensato un uso per piccoli eventi, conferenze e manifestazioni.
Per la realizzazione dell’opera è stato necessario suddividere i lavori in due lotti d’interventi, uno propedeutico all’altro.
Il primo, iniziato a novembre 2020 è terminato nel mese di Agosto 2022, è stato quello degli interventi di ristrutturazione e ripristino funzionale, necessari a rendere agibile la struttura. I lavori edili hanno interessato la sala dell’emiciclo interno, le sale contigue a questo, la facciata esterna intonacata e un tratto delle mura urbane. L’emiciclo, la sala centrale del Pantheon, con pitture murali, era interessata da alcuni cedimenti strutturali, anche importanti, che compromettevano la stabilità della superficie voltata dipinta. Si è, quindi proceduto a un importante consolidamento strutturale e al rifacimento della copertura della volta, che presentava segni evidenti di infiltrazione. Le stanze comunicanti con l’Emiciclo, soggette a uno stato di abbandono totale, sono state completamente recuperate, in primo luogo con una nuova copertura e successivamente attraverso la realizzazione di divisori per la distribuzione interna e di spazi accessori a servizio di attività. A completamento dei lavori edili sono state create tutte le dotazioni impiantistiche necessarie per il funzionamento degli spazi. Il colonnato d’ingresso è stato chiuso attraverso la realizzazione e posa di un infisso in acciaio e vetro, dotato di apertura verso l’esterno e di aperture per l’areazione naturale, in modo da poter garantire l’utilizzo di questo luogo in tutti i periodi dell’anno. Il secondo quello degli interventi specialistici di restauro delle superfici lapidee e in terracotta all’esterno e delle superfici pittoriche murali all’interno dell’emiciclo.

Montato il ponteggio per i restauratori è stata possibile l’osservazione ravvicinata della superficie e le operazioni si sono succedute in modo attento e mirato alla salvaguardia delle pitture mettendo in sicurezza tutte quelle parti che rischiavano di essere perdute, procedendo con la fermatura della pellicola pittorica, il consolidamento degli intonaci pericolanti e la pulitura del colore.

IL LAVORO
È iniziato a settembre 2022 con i lavori specialistici relativi all’intervento di restauro delle superfici decorate dell’emiciclo interno e lapidee e in terracotta all’esterno. Il progetto è stato redatto dal Servizio Lavori Pubblici e dal restauratore progettista incaricato. La complessità dello stato di conservazione e la varietà delle superfici, pitture murali, aree lapidee ed elementi in terracotta, hanno impegnato il gruppo di progettazione in un’analisi attenta e puntuale, mappando in modo minuzioso lo stato di deterioramento, individuando le cause del degrado, stilando così le metodologie più appropriate per la conservazione. Durante i lavori, di concerto con Direzione dei Lavori, Progettista Restauratore e i Funzionari della Soprintendenza, l’intervento esecutivo è stato affinato e adattato ad alcune esigenze che solo la visione ravvicinata dal ponteggio poteva consentire. Lo stato conservativo delle pitture murali della semi cupola presentava, un forte degrado della superficie, evidenti erano i distacchi dell’intonaco dipinto, estesi erano i sollevamenti della pellicola pittorico che in certuni punti risultavano distaccati anche di alcuni centimetri, ben visibili perdite d’intonaco e una forte opacizzazione della superficie dipinta. Questo degrado era da imputare al totale abbandono in cui versava l’intera, struttura, le infiltrazioni di acqua dalla copertura sovrastante avevano innescato processi di deterioramento e i tentavi di restauro che si erano succeduti nel passato, non avevano arrestato tale processo. Montato il ponteggio è stato possibile l’osservazione ravvicinata della superficie e le operazioni si sono succedute in modo attento e mirato alla salvaguardia delle pitture. Si è proceduto nel mettere in sicurezza tutte quelle parti che rischiavano di essere perdute, procedendo con la fermatura della pellicola pittorica, il consolidamento degli intonaci pericolanti e la pulitura del colore.


Quest’ultima fase è stata ottimizzata con il supporto del restauratore progettista e del Funzionario restauratore della Soprintendenza, recuperando tutte le cromie originali delle figure alate della volta, gli apparati decorativi geometrici e floreali e le scene monocrome sottostanti raffiguranti gli uomini illustri, alternando rimozioni a secco, meccaniche a bisturi, o utilizzando solventi idonei. Anche le superfici esterne hanno avuto massima attenzione, il paramento lapideo è stato pulito dai vari depositi di particolato e dalla diffusa presenza di muschi e licheni, reintegrando le parti perdute e consolidando gli sfaldamenti della pietra. Le figure alate in terracotta che fiancheggiano, quasi a protezione, lo stemma di Pistoia, presentavano integrazioni di vecchi restauri ormai alterati e piccoli distacchi e per questo è stato eseguito un lavaggio delle figure e il consolidamento delle zone decoese applicando un protettivo finale.

 

Testo Angela Luci, Massimo Gavazzi, Jacopo Mannucci

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