Manichini in riva al mare è un’opera esemplare del linguaggio di Giorgio de Chirico (Volo 1888 – Roma 1978) al tempo del suo secondo soggiorno parigino e assume un rilievo ancora maggiore per la sua provenienza collezionistica, essendo appartenuta al mercante Paul Guillaume (Parigi 1891 – 1934). Essa fu realizzata quando l’artista era all’apice del successo e conteso tra due dei più grandi galleristi di Parigi del momento. Il dipinto mostra chiaramente le caratteristiche della nuova stagione “classica” che il pittore sviluppò proprio nel contesto parigino dove fu attivo intessendo fruttuose relazioni e collaborazioni.
Il tema dell’antico, ineludibile per la cultura occidentale, emerge con forza nell’opera del maestro, come risultato di una riflessione nutrita da studi filosofici e storico artistici condivisi anche con la compagna di quel periodo, Raissa Gurevič (Odessa 1894 – Roma 1979).
Nel 1925 il pittore si trasferì da Roma a Parigi con Gurevič danzatrice di origini russe, con la quale aveva condiviso l’esperienza del Teatro degli Undici di Pirandello a Roma. Qui infatti era stato rappresentato il dramma mimico scritto da Andrea Francesco Alberto de Chirico (in arte Alberto Savinio), La morte di Niobe, dove si erano conosciuti. Gurevič proveniva da una facoltosa famiglia ucraina di religione ebraica e dopo la Rivoluzione d’ottobre aveva attraversato l’Europa lavorando in teatro con il primo marito, il regista Georgij Krol’. Trasferitasi a Parigi e abbandonato l’impegno teatrale, Gurevič iniziò gli studi d’archeologia ponendo le basi per una nuova carriera che, dopo la fine della relazione con De Chirico, la portò di nuovo in Italia.
Nelle sue numerose pubblicazioni scientifiche, Gurevič comprese anche la testa ritratto di Faustina Maggiore esposta in questo In Visita in dialogo con Manichini in riva al mare.
Il dialogo tra le due opere, proposto dalle curatrici, è dunque fondato sul legame tra il pittore e la sua musa, una relazione nutrita di interessi e passioni culturali condivise.
Una particolare attenzione è stata dedicata all’allestimento ispirato agli spazi metafisici dei dipinti di De Chirico dove spesso, come in un teatro, è messo in scena l’incontro tra oggetti incongrui o dove statue fuori dal proprio piedistallo son calate in ambienti quotidiani richiamando malinconicamente la nostra attenzione all’antichità classica.
Dal 22 aprile al 22 ottobre 2023
Collezioni del Novecento Pistoia Musei Palazzo de’ Rossi, Pistoia
A cura di Monica Preti, Annamaria Iacuzzi, Cristina Taddei Catalogo: Gli Ori, Pistoia, 2023 con testi di Monica Preti, Giovanni Casini, Cristina Taddei, Annamaria Iacuzzi