La coltivazione di piante da frutto e ornamentali è da sempre segno distintivo.
Il vivaismo pistoiese ha avuto origine nella metà dell’Ottocento, in particolare dal 1870 al 1900. È accertato, altresì, che i primi orti coltivati a piante ornamentali siano stati avviati in spazi all’interno delle mura urbane fin dal Medioevo.
Nel 1851 si tenne “L’Esposizione Pistoiese d’Orticoltura” nell’ex Convento del Carmine; questa esposizione di piante ebbe grande risonanza e lo stesso apprezzamento del Granduca di Toscana.
Nel 1865 viene stampata la prima cartolina-listino, la progenitrice degli attuali cataloghi illustrati con le varie specie e i relativi prezzi. Questo primo germe del catalogo sarà veicolo di promozione del vivaismo dai primi del ’900 fino ad oggi.
Nel 1899 compare nell’elenco ufficiale dei premiati alla “Esposizione Circondariale per l’Orticoltura e la Floricoltura di Pistoia” il termine vivaista, e ciò fa pensare che la nascita del settore sia ormai avvenuta.
Le categorie di piante prodotte, la gamma abbastanza ampia e diversificata, dalle palme alle conifere, dalle magnolie agli aceri giapponesi, dagli arbusti sempreverdi a quelli rampicanti e altri, consentono di affermare che alle soglie del 1900 i pionieri del vivaismo avevano gettato le basi di una nuova attività economica che occupava più di 50 ettari.
Nei primi due decenni del Novecento, la superficie a vivai aumenta fino a raggiungere i 200 ettari: segno di un lento ma graduale sviluppo.
Le colture si allargano dagli spazi urbani a quelli esterni alle mura interessando soprattutto i terreni fertili a sud della città; i nuovi vivai formano una fascia verde attorno alle mura urbane.
Il vivaismo dell’inizio del novecento è riconducibile a due filoni produttivi:
– piante da frutto
– piante ornamentali.
La coltura a vivaio dai 200 ettari del 1920 raddoppia nel 1940; gli stabilimenti orticoli (così si definivano i vivai dell’epoca) si ampliano e si rafforzano sui mercati: danno vita a un’immagine vivaistica di Pistoia in Italia. Vengono messe a punto alcune tecniche basilari per lo sviluppo delle colture di piante ornamentali: l’innesto a paraffina, l’incassettatura delle piante per il trapianto e, selezionate, anche nuove varietà di fruttiferi.
L’espansione territoriale nella pianura dell’Ombrone e l’affermazione in Europa sono i due elementi caratterizzanti questa recente fase storica del vivace comparto dell’agricoltura pistoiese.
Si passa dai 500 ettari del 1956 a più di 3000 alla fine degli anni ’60.
Tale espansione ha effetti di grande portata su tutta l’economia agricola locale: scompaiono le produzioni foraggere e i relativi allevamenti zootecnici, diminuiscono i filari di vite dalle prode dei campi. I vivai, al contrario, si allargano e occupano terreni anche lontani dalla città lungo le direttrici sud e sud-est.
Le imprese si consolidano, si perfezionano e talune assumono dimensioni europee.
Negli anni ’70 le aziende introducono nuovi miglioramenti strutturali e di organizzazione della produzione. Fra questi, quello più interessante, che ha dato impulso allo sviluppo della coltura in serra, è stato l’avvio della cosiddetta vasetteria. Gli alberi vengono trapiantati con l’uso di macchine trapiantatrici, che operano la forma della zolla in maniera precisa ed efficace, rimane però insostituibile la manualità degli operatori nel rivestire questo pane di terra con la rete metallica. Questa operazione i vivaisti la chiamano retatura, la zolla rimane integra, stabile, mantiene la pianta in perfette condizioni di vita. Per il coltivatore specializzato infatti, e ancor più per l’acquirente, è fondamentale che la pianta abbia un buon pane di terra, oltre che tutte le altre caratteristiche di forma e dimensioni della chioma.
Il paesaggio rurale della pianura dell’Ombrone pistoiese, caratterizzato dalle colture vivaistiche, è parte del patrimonio storico e culturale del territorio nel quale ha lasciato importanti testimonianze.
Oggi la produzione delle piante ornamentali è concentrata nella valle dell’Ombrone pistoiese e interessa oltre 5200 ettari distribuiti nei distretto di Pistoia, Serravalle Pistoiese, Agliana, Quarrata, Montale. Il 75% di questa superficie agricola riguarda colture in pieno campo e il rimanente in contenitore. Le coltivazioni in piena terra sono l’elemento tipico, peculiare del vivaismo locale.
Le imprese del settore sono oltre 1400 con più di 1.500 addetti di elevato livello professionale.
TESTI
Carlo Vezzosi