Una visione contemporanea nel centro antico della città.
Immaginate se nelle nostre città avessimo soltanto muti reperti d’arte del passato che ci ricordano di un tempo che fu, senza però affermare la nostra identità nel presente. Immaginate se ognuno di noi fosse chiuso in una sua limitata sfera individuale. Immaginate se camminassimo all’indietro senza vedere cosa ci sta davanti. Se chiudete gli occhi e ci pensate un attimo, sono esperienze alle quali la società odierna fin troppo spesso ci ha abituato.
Ma il nostro presente è costituito anche da una forte tensione creativa.
Pensate alla quantità di immagini che si imprimono nella nostra memoria e a come agiscono sulla nostra percezione sensoriale. Vero è che, già secondo Italo Calvino nelle sue Lezioni americane, in un mondo dominato dall’immagine, la quantità di scarti che ci tempesta ogni giorno diminuisce la nostra capacità immaginativa e mette in pericolo la nostra creatività. Ma per fortuna ci sono i romanzi, le poesie, il teatro e le opere d’arte che ci aprono nuove prospettive, ampliano le nostre possibilità percettive e ci forniscono strumenti di indagine sempre nuovi per analizzare la nostra realtà.
Chi, passeggiando sul selciato di pietra di piazza dell’Ortaggio, accanto a piazza della Sala, nel centro storico della città di Pistoia, si imbatte nel “Giro del Sole” di Roberto Barni è colpito da queste opportunità cognitive. D’un tratto si trova ad avere accesso ad un universo immaginativo complesso ed articolato, dove simboli e significati si parano davanti allo spettatore in attesa di essere scoperti. Si tratta di una scultura in bronzo che raffigura tre uomini bendati che si dirigono verso tre direzioni diverse, ognuno di essi sorreggendo una lampada ad olio. Ricordate Diogene di Sinope che girava con una lampada in pieno giorno affermando di cercare l’uomo? Niente di tutto ciò. Queste figure non hanno la possibilità di vedere innanzi a loro, la loro è una ricerca eroica, il loro incamminarsi è un atto tragico, una scelta all’interno di sé nei confronti di un mondo che riflette le sue inquietudini nell’oscurità. Sono uomini singoli, non hanno nessun legame fra loro, anzi forse sono la rappresentazione dell’uomo stesso declinato in tre direzioni diverse. La luce che portano innanzi è fonte di conoscenza, ma è anche simbolo della condizione dell’artista che continuamente ricerca ed illumina senza mai trovare una fine, ma infiniti inizi.
L’antica Sala, dove anticamente era posto il palazzo del gastaldo longobardo e dove tutt’oggi ci si incontra per discutere o per fare spesa, è il punto di partenza di queste tre figure, il nucleo generativo della loro impresa; proprio come per ogni cittadino che si metta in viaggio alla ricerca di qualcosa che si è immaginato, che si è sognato, che si è sperato.
Di Roberto Barni, artista di origini pistoiesi dal carattere meravigliosamente saturnino, la sua città conserva diverse opere d’arte: nei musei, nelle collezioni private e negli edifici pubblici, ma questa è sicuramente quella più frequentata ed apprezzata dai cittadini.
TESTO
Lorenzo Cipriani
FOTO
Fabrizio Antonelli