Specie animali e vegetali che vengono introdotti in ambienti diversi da quello originale.
Titoli come questi compaiono sui giornali in modo sempre più frequente, ma se ci attardiamo a leggere non si riferiscono agli abitanti di Marte, ma a dolcissimi scoiattoli dal mantello grigio anziché rosso, oppure a tartarughe dalle guance rosse o ancora a pappagallini che si sono guadagnati un posto in città adattandosi ai nostri climi.
Come mai tutti ce l’hanno con loro? Leggendo i report sullo stato di salute degli habitat naturali, si legge che la presenza di specie aliene invasive è al secondo posto come minaccia alla biodiversità, ovvero alla differente moltitudine di specie animali e vegetali che determinano la peculiarità di un habitat rispetto a tutti gli altri.
Cerchiamo di fare chiarezza. Aliene sono tutte quelle specie, animali e vegetali, che vengono introdotte in ambienti diversi da quello di origine. Alcune di queste diventano invasive, ovvero si adattano così bene al nuovo ambiente che aumentano in numero fino a soppiantare le specie originarie.
Il fenomeno non è “dei nostri tempi”, ma è sempre avvenuto e in alcuni casi questo ci permette oggi di avvalersi di cibi prelibati ed insostituibili come le patate, i pomodori o la cioccolata introdotte in Europa da Cristoforo Colombo con la scoperta dell’America. Venendo agli animali, anche l’Istrice (Hystrix cristata) è stato introdotto dagli Antichi Romani di ritorno dall’Africa dopo averne apprezzato le ottime carni (per onor del vero è dibattuta la presenza e l’estinzione di un Istrice tutto italiano prima dell’arrivo di quello africano, ma sicuramente ci sono state fughe di questa specie dagli allevamenti nelle vicinanze di Roma con colonizzazione dei boschi di tutto il centro-sud della nostra penisola). Allora perché preoccuparsi tanto? Che importa se arrivano nuove specie?
Quello che è profondamente cambiato è l’incidenza di questo fenomeno: la globalizzazione e il veloce spostamento di merci (comprese piante e animali) da un punto all’altro del Pianeta ha diffuso non solo usi e costumi, ma anche nuove specie.
Alcune spescie sono state introdotte accidentalmente, come la Nutria (Myocastor coypus) fuggita dagli allevamenti per pelliccia (il cosidetto “castorino”); altre volontariamente dall’uomo, come il Rospo delle canne (Bufo marinus) oggi considerato una delle 100 specie più invasive al mondo. Originario del Centro e Sud America, è stato usato in molte Paesi per la lotta biologica agli insetti. In particolare in Australia causa immensi danni agli ecosistemi sia perché preda oltre agli insetti, anche roditori e rettili, sia perché i predatori non conoscendo le proprietà tossiche delle secrezioni della sua pelle, non lo evitano e restano uccisi.
In Italia una delle specie segnalate come invasive è la Tartaruga dalla guance rosse (Trachemys scripta elegans). Originaria della Florida e allevata come animale da compagnia, viene acquistata neonata e di dimensioni di pochi centimetri. Velocemente raggiunge dimensioni tali (anche 30-35 cm) da non essere facilmente gestibile in casa a meno che non si possegga un giardino con un piccolo stagno. Moltissime sono le persone che affidano l’amica tartaruga alle acque di stagni e ruscelli naturali: Ombrone, Brana, Arno ne sono pieni a discapito della Testuggine palustre europea (Emys orbicularis) che sta scomparendo dai nostri ambienti poiché non riesce a competere con la cugina americana.
Oggi per la Tartaruga dalle guance rosse è bandita l’importazione in Europa, ma sono arrivate, sempre dagli allevamenti americani, specie simili con guance gialle o arancioni: il ruolo di invasori resta identico. E allora che fare?
Ecco due semplici regole: all’acquisto di un animale da compagnia è doveroso INFORMARSI PRIMA di recarsi in negozio, sulle caratteristiche della specie. Carattere, esigenze di spazio e di mantenimento, longevità, necessità di tempo e attenzione. Altra regola fondamentale, applicabile per qualsiasi specie, anche domestica, è NON ABBANDONARE. La responsabilità che ci prendiamo portandoci a casa un animale è per tutta la sua vita.
Al Giardino Zoologico insistiamo molto su questo tema nelle nostre attività didattiche proprio per contrastare l’acquisto inconsapevole dell’animale da compagnia a cui spesso segue l’abbandono: se si tratta di specie invasiva il danno non è solo all’individuo ma anche all’ambiente.
Tra le attività dedicate al pubblico quella dal titolo “Me lo compri papà” ha proprio questa finalità ma dalla prossima primavera sarà inaugurata una presentazione dedicata agli “alieni” protagonisti di eccellenza di tutte le campagne di conservazione della natura.
Giardino Zoologico
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TESTO
Eleonora Angelini
FOTO
Archivio Giardino Zoologico