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Pistoia patria di grandi artisti

Un’intensa attività permette di ricordare la fama mondiale di tanti pittori, scultori, architetti e fotografi locali, del ‘900.

Nel cuore di Pistoia c’è un luogo che potremmo definire una sorta di scrigno, che gelosamente custodisce le identità artistiche e culturali di questo territorio. È il Centro di Documentazione dell’Arte Moderna e Contemporanea (Palazzo Fabroni), nato nel 2000 da un’iniziativa di Comune, Provincia e Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, e diretto da Carlo Sisi con Maurizio Tuci e Siliano Simoncini.

Grazie a decine di mostre, collettive e antologiche, attività di ricerca, pubblicazioni, o a iniziative come Confidenze dell’Arte, che hanno aperto gli studi degli artisti ai visitatori, il Centro ha saputo riattivare quel tessuto connettivo di cui le arti visive, declinate nelle loro varie forme, sono parte così importante. Un’intensa attività che ci consente di collocare l’arte pistoiese, e il suo Novecento, così denso di importanti esperienze locali, in un contesto più ampio, nel quale scopriamo che, qui, si è riusciti a reinterpretare con grande autonomia la tradizione del “secolo breve”, e a ricontestualizzare i grandi movimenti che negli anni Cinquanta e Sessanta hanno cambiato il mondo, giungendo anche in questo territorio così proverbialmente chiuso.

In questa dimensione, tutta presente nelle opere che il Centro ci ha fatto conoscere, si sono mossi personaggi come Giuseppe Gavazzi, Andrea Lippi, Leonardo Begliomini, Gianfranco Chiavacci, – solo per citarne alcuni -, cui il Centro ha dedicato, recentemente, vari eventi. Artisti che hanno trasposto nel disegno, nella pittura, nella fotografia quella pistoiesità forse poco propensa ai clamori, ma, certo, dotata di grande autonomia intellettuale.

Senza il Centro di Documentazione, che, grazie all’instancabile lavoro delle ricercatrici Anna Maria Iacuzzi e Anna Agostini, può rappresentare ancora un importante laboratorio, cittadini e turisti avrebbero conosciuto un po’ meno l’anima di questa orgogliosa città. Perché Vivarelli e Michelucci, forse i più noti fra gli artisti pistoiesi del Novecento, insieme con Marini e Fabbri, hanno avuto tanti compagni di viaggio, che sono ancora pronti a farsi conoscere. Ci auguriamo che questo scrigno possa restare aperto ancora a lungo, e che non soccomba sotto la scure dei tagli alla cultura.

TESTO

Chiara Innocenti

FOTO

Carlo Chiavacci

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