Nell’antico Municipio, artisti di fama internazionale.
A Montecatini Terme il 4 dicembre 2012 è stato inaugurato un nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea: MO.C.A. Una galleria civica dove finalmente è raccolta una inedita biografia culturale della città, presentata al visitatore attraverso 37 opere d’arte – 32 dipinti e cinque sculture – che testimoniano il legame fra Montecatini Terme e il circuito artistico internazionale. La sede scelta per il MO.C.A., baricentrica rispetto alle principali attrattive della città, non poteva essere più adatta: al piano terreno del Palazzo Comunale, un tempo sede delle Regie Poste. I lavori di ristrutturazione degli ambienti e il restauro delle decorazioni e vetrerie di manifattura Chini hanno restituito decoro a uno dei gioielli del liberty toscano, oggi scenografia ideale per l’itinerario di visita.
Nell’ingresso del MO.C.A. domina il grande dipinto “Vita di Pietro Annigoni”, emblema del contrasto tra il bene e il male, opera esemplificativa della critica che l’artista muoveva nei confronti di una società proiettata verso il consumismo e il conformismo. Nelle prime sale sono esposte opere di grandi artisti come Antoine Claraz, Salvatore Fiume, Umberto Buscioni. Di assoluto interesse sono le rappresentazioni della città di Montecatini Terme, restituite dall’estro di numerosi pittori, fra questi Walter Piacesi, Mino Maccari, Antonio Possenti, Sigfrido Bartolini, Alberto Manfredi, Orfeo Tamburi. È la città raffigurata dagli artisti che hanno unito le loro biografie a quella di Montecatini.
Nella grande sala centrale trovano spazio anche le recenti acquisizioni, in particolare le opere donate da Fabio De Poli, Zeb, Sossio, Marco Lodola, Enrico Visani, Massimo Biagi. Questa originale operazione culturale trova il suo definitivo compimento nell’ultima sala, che sarà dedicata a Carlos Franqui, dove è rievocato un grande evento-omaggio culturale: il Mayo Mirò di Montecatini Terme (1980). Sono presenti, infatti, le opere di tre artisti che parteciparono a quella manifestazione (Edouard Pignon, Antoni Tapies, Luis Cuevas), ma soprattutto il celebre capolavoro di Joan Mirò, a chiusura del percorso espositivo: “Dona Voltada d’un Vol d’Ocells” (1980). Fra i cinque dipinti più grandi realizzati dal maestro catalano, la tela fu dipinta appositamente per essere donata alla città di Montecatini Terme (sul retro della tela è presente la dedica). Un quadro che forse più di altri rappresenta l’energia e la vitalità di Mirò, oggi opportunamente restituito allo sguardo di un pubblico internazionale.
Il progetto “linea rossa” pensato dall’assessore alla cultura Bruno Ialuna
Assessore Ialuna, perché la Città di Montecatini Terme ha deciso di investire sull’arte?
E’ sicuramente un modo per rilanciare l’immagine della città e per rinnovare l’offerta turistica. Stiamo realizzando un percorso culturale che da Montecatini Alto incontra le sculture mobili della pineta, passa dal MO.C.A. e arriva alla galleria MCTerme, anche questa aperta recentemente: dall’arte sacra all’arte urbana. Verrà presentata, infatti, una linea metropolitana pedonale: la linea n.1, rossa, sarà quella della cultura.
Quale è la collocazione del nuovo Moca in questo progetto culturale?
Con il restauro dello spazio espositivo abbiamo restituito alla città un’ala del palazzo civico con le decorazioni di Galileo Chini. Il gioiello è il quadro di Mirò, ma il MO.C.A. raccoglie opere di proprietà del Comune che hanno un significato importante per la storia culturale della città: testimoniano il passaggio di grandi artisti. Abbiamo dato la giusta collocazione al dipinto di Annigoni e, attraverso l’aula didattica, vogliamo promuovere questo patrimonio, coinvolgendo i bambini e le scuole.
Il solo Mirò vale una visita a Montecatini Teme. Come avete ottenuto questo dipinto?
Merito di Carlos Franqui, caro amico di Mirò. Franqui, dopo aver lasciato Cuba, visse per alcuni anni a Montecatini e nel 1980 propose di realizzare il Mayo Mirò: un evento straordinario. In quella occasione Franqui donò alla città il celebre “Donna avvolta in un volo d’uccelli”. Dopo questa mostra il quadro fu posto nella sala consiliare senza essere valorizzato. Oggi nel MO.C.A ha finalmente la sua collocazione ideale.
TESTO
Emanuel Carfora