Evoluto nel tempo l’originale nucleo sorto nell’XI secolo.
Possente e poderoso nella sua struttura a pianta rettangolare, l’antico palazzo dei Vescovi di Pistoia occupa, come in un abbraccio architettonico, il lato sud del perimetro della piazza del Duomo.
L’attuale facciata, assai composita a causa dei molteplici interventi strutturali subiti durante i secoli, richiama l’originaria idea del palazzo fortificato medievale, al quale l’antico nucleo dell’XI secolo doveva assomigliare molto: imponenti murature e piccole aperture a feritoia caratterizzavano, infatti, la struttura della prima residenza vescovile pistoiese.
Fu tra il XII e il XIV secolo che l’edificio subì le modifiche più consistenti, assumendo l’aspetto di una vera residenza signorile. Le strutture furono alleggerite, le aperture aumentate, allargate e impreziosite da elementi decorativi e fu attuata una sopraelevazione e numerosi ampliamenti degli spazi. La facciata originaria risulta arretrata di circa due metri rispetto all’attuale in mattoni e realizzata interamente in ciottoli di fiume, materiale facilmente reperibili nell’area pistoiese. Tra la fine del XII e gli inizi del secolo successivo è da collocare anche la realizzazione del grande scalone interno, addossato alla facciata, impostato su un arco ribassato, rivestito di marmi bianchi e verdi, tipici del gusto cromatico pistoiese dell’epoca: conduce alla grande sala sinodale del primo piano.
Nel corso dei secoli, sulla facciata furono apposti gli stemmi vescovili in pietra, in memoria dei vescovi uscenti, ancora oggi chiaramente leggibili dalla piazza.
Di notevole interesse sono, anche, gli interni dell’episcopio, che oggi accolgono il museo della Cattedrale di San Zeno e, al piano interrato, il percorso archeologico guidato. Tra gli ambienti ricordiamo, in particolare, la sacrestia di San Jacopo, realizzata con lo scopo di custodire documenti pubblici e oggetti preziosi di proprietà del Comune, in cui, oggi, è conservato il quattrocentesco reliquiario di Lorenzo Ghiberti, molto venerato dai pellegrini in visita alla città e diretti a Santiago di Compostela. Al primo piano si trova la cappella di San Niccolò, in origine oratorio privato del vescovo, poi trasformata, per breve tempo, in prigione, caratterizzata da un originale abside pensile visibile esternamente sul lato sud del palazzo e da un interno voltato a botte, completamente affrescato.
Nel 1786 il palazzo fu venduto dal vescovo giansenista Scipione dè Ricci a privati e ridotto in appartamenti e botteghe. Tale frammentazione portò ad un’ulteriore modificazione della facciata e delle strutture interne, che, solo con l’acquisto da parte della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia nel 1970 ed il successivo restauro, furono riportate all’antico splendore, restituendo alla città una delle sue meraviglie.
Il percorso archeologico
Nel piano interrato del palazzo vescovile si sviluppa il percorso archeologico, appena restaurato. Vi sono conservati numerosi reperti della storia della città: tra i più importanti il cippo funerario etrusco del VI/V sec. a.C. rinvenuto all’interno della struttura muraria del palazzo e tratti di pavimentazione romana, ottimamente conservata, risalente al I sec. a.C.
Sono inoltre esposte monete, vasellame e utensili di varia natura ed epoca, molti dei quali provenienti dall’antica villa romana, i cui resti sono stati rinvenuti sotto al palazzo.
Interessante anche la fornace a calce di 4 metri, appositamente costruita per l’erezione dell’antico nucleo dell’edificio, di cui si conserva pressoché intatta la struttura.
TESTI
Martina Meloni
FOTO
Nicolò Begliomini