Il Festival pistoiese festeggia i suoi 35 anni e ricorda i grandi artisti passati sul suo palco.
Il 1980 segna la nascita del Pistoia blues festival. Nel torpore di una tranquilla città di provincia avvolta dalla calura estiva, si abbatte un vero e proprio ciclone. Il 14 e 15 Luglio Piazza del Duomo è teatro di una manifestazione che a posteriori e senza enfasi possiamo definire epocale. Inaspettatamente, in un periodo generale di difficoltà organizzative, in città piombano i più bei nomi della scena internazionale del blues. Muddy Waters, B.B. King, Fats Domino, Dizzy Gillespie, Joe Williams, Alexis Korner che insieme ad una nutrita pattuglia italiana animano per due giorni, dal pomeriggio a notte inoltrata, il palco allestito sotto palazzo di Giano. Il risultato è sorprendente. Migliaia di persone si catapultano in città, suoni e colori invadono le strade del centro ed innescano la miccia che darà la stura ad una realtà che negli anni si confermerà fra le più importanti a livello nazionale.
In pochi anni Pistoia diverrà una delle capitali della musica italiana. Pur destreggiandosi fra mille peripezie, in un susseguirsi di edizioni arrivano John Mayall, Frank Zappa, Jackson Browne, Buddy Guy, James Cotton, Albert Collins, Rory Gallagher, Jimmy Page. Dal 1986 la rassegna si consolida su un programma di lunga durata che vede impegnata la piazza continuativamente per più giorni. Si segnalano delle accelerazioni positive e la kermesse si contorna di attività collaterali che si diramano nei luoghi di ritrovo conosciuti dai pistoiesi. Mettere ordine alla memoria è alquanto difficile, a turno entrano in gioco il vecchio centro di quartiere, la fortezza Santa Barbara, la saletta Napoleonica, i giardini comunali e i locali che fanno riferimento al centro.
Con occhio ed orecchio attento si scandagliano le aree geografiche legate alla scena afroamericana. Chicago, Texas, Louisiana e Mississippi. Una carrellata entusiasmante che vede come attori Lonnie Brooks, Magic Slim, Hubert Sumlin, Koko Taylor, la nutrita rappresentanza di Woodstock capitanata da Alvin Lee e Richie Evans, Otis Rush, Albert King, Chuck Berry, Bo Diddley, Ron Wood, Charlie Watts orchestra, John Lee Hooker, Jerry Lee Lewis, a più riprese Buddy Guy & Junior Wells. Fra le istantanee più belle vale la pena citare la grande attesa che suscitò l’arrivo del chitarrista Steve Ray Vaughan. Il suo concerto verrà ricordato come uno degli appuntamenti più intensi dell’estate 1988. Il musicista texano, al quale per inciso va il grande merito di aver rinvigorito la scena blues di metà anni ottanta, in compagnia dei fidi Double Trouble, ipnotizza la platea e regala un concerto a dir poco strepitoso. Purtroppo di lì a poco il destino presenterà il conto e quella rimarrà la sua unica presenza sui legni del Pistoia blues.
L’anno dopo si festeggia in grande stile la saga Blues brothers. La reunion della celebre house band capitanata da Steve Cropper e Matt Guitar Murphy, si completa con l’arrivo di Solomon Burke e dal maestro Cab Calloway, celebre direttore dell’orchestra del Cotton club. Di poco inferiore l’edizione del luglio 1992 con una nutrita rappresentanza proveniente da New Orleans. La scena della crescent city in tutte le sue sfaccettature. Dal blues scarno di Willy De Ville agli accenti cajun di Zachary Richard passando dai maestri Dr John e Johnny Adams per affidare la chiusura ai magnifici costumi dei nativi Wild Magnolias, depositari dei caratteri più folcloristici del carnevale creolo.
Gli anni novanta segnano di fatto i primi vagiti della globalizzazione. Il blues allarga i suoi confini. In uno spazio temporale di oltre venti anni, in ordine sparso marcano la presenza Robert Cray, Jerry Lee Lewis, Van Morrison, Johnny Winter, Bob Dylan David Byrne, John Mayall, Robert Plant, Steve Winwood Jeff Beck, Canned Heat Patti Smith, Jethro Tull, Deep Purple, Taj Mahal, Ry Cooder, Bill Wyman, Santana, Lou Reed, Robby Krieger e Ray Manzarek, Joe Cocker, Greg Allman, Ben Harper, Lenny Kravitz, Black Crowes. Questo esercizio potrebbe durare giorni e giorni tanti sono gli artisti invitati. Chiudiamo idealmente la carrellata con il re incontrastato della piazza. Sua maestà B.B. King. Presente fin dalla prima edizione, il cantante chitarrista di Memphis ha passato in rassegna tutte le stagioni più belle della musica afroamericana. Non a caso, le sue numerose visite pistoiesi risultano un valore aggiunto ad una delle rassegne musicali più longeve e prestigiose del panorama nostrano e internazionale. Buon viaggio.
TESTO
Fabrizio Berti
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Pistoia Blues