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La neve dei campioni

Da Zeno Colò fino ad oggi, i grandi dello sci hanno scelto spesso la nostra montagna.

Negli anni quaranta e cinquanta l’Abetone era universalmente considerata la patria dei campioni dello sci. Un piccolo paesino di montagna, che assurgeva agli onori della cronaca, per aver dato origine a quella fucina di talenti che ancor prima della valanga azzurra aveva dato l’inizio alle vittorie italiane nello sci. Pensate che lo Sci Club Abetone è ancor oggi lo Sci Club più titolato del mondo, forte dei 2 titoli mondiali e del titolo olimpico che Zeno Colò vinse nel 1950 e nel 1952, e di tutte quelle vittorie che, oltre a lui, Celina Seghi, Vittorio Chierroni e i grandi abetonesi del passato, seppero portare negli anni d’oro, quando la squadra nazionale italiana era composta per intero da atleti ed allenatori abetonesi, caso più unico che raro nell’intera storia dello sport mondiale.

Abetone e Pinocchio sugli sci

Passarono poi molti anni prima di rivedere un atleta dell’Appennino su un podio olimpico, ma l’attesa fu ben ripagata, con Alberto Tomba che, pur essendo bolognese, da ragazzo era spesso all’Abetone per partecipare alle gare giovanili del circuito tosco-emiliano, e una volta diventato grande fece impazzire l’Italia con i suoi trionfi a ripetizione, riportando la bilancia delle vittorie a pendere in favore degli atleti appenninici in una gara tutta nazionale contro gli “alpini”.

Anche Daniela Ceccarelli, romana di Frascati, sebbene piemontese di adozione, per molti anni, prima di vincere la medaglia d’oro in SuperG alle olimpiadi di Salt Lake City, aveva preso parte a diverse edizioni del Trofeo Pinocchio, Pinocchio a cui è rimasta affezionata a tal punto che, una volta diventata una stella del circo bianco, è tornata sempre nel corso degli anni, prima per accendere la fiaccola che dà inizio alla fase internazionale, e poi, una volta diventata allenatrice, per accompagnare i giovani atleti che gareggiavano per i colori del suo “Golden Team”.

Diverso è invece il discorso per Giuliano Razzoli, che, fin da ragazzo, partiva tutte le mattine da Villa Minozzo al seguito del suo allenatore “Marcellino” Marchi che lo accompagnava all’Abetone per allenarsi. Ogni volta che vengono assieme dice sempre: “Oggi che tutti mi reclamano è facile trovare le piste per far allenare un campione olimpico, ma io continuo a venire all’Abetone, perché mi ha ospitato sempre, anche quando campione non ero. E poi – continua – le piste sono sempre perfettamente preparate, non solo per me, ma per tutti, perché qui all’Abetone c’è davvero un’attenzione quasi maniacale per la neve e per come viene trattata”.

L’anno scorso invece è stata la volta dell’allenamento collegiale delle squadre nazionali, sia maschili che femminili, le quali sono scese all’Abetone in vista delle olimpiadi di Sochi, perché la qualità della neve abetonese era molto simile a quella che gli atleti avrebbero trovato in riva al Mar Nero.

Ma oltre a tutto ciò una bella soddisfazione è stata quella di leggere sulla rivista “Sciare” un’intervista in cui il grande Marcel Hirscher, austriaco, campione mondiale di slalom, alla domanda su quale fosse il suo ricordo dell’Italia, dice testualmente: “Mi ricordo particolarmente le gare del Trofeo Pinocchio che ho fatto all’Abetone”.

E quindi, alla fine, nella nostra particolarissima gara tra Alpi ed Appennini, non solo gli Appennini vincono il conteggio delle medaglie, ma, evidentemente, anche quello della simpatia e dei bei ricordi. Proprio grazie all’Abetone ed al Trofeo Pinocchio.

www.abetoneapm.it 

TESTO

Rolando Galli

FOTO

Carpe Diem

Abetonesport

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