60 chilometri di piste in un paesaggio indimenticabile.
Siamo alla fine di marzo e come accade da trent’anni a questa parte va in scena il Trofeo Pinocchio, l’olimpiade dello sci giovanile, che ha fatto dell’Abetone la culla dei campioncini di tutto il mondo. Ho fissato di andare a cena con i ragazzi dell’Aspen Valley Ski Club, che oramai da alcuni anni vengono a farci visita grazie al gemellaggio che lega i nostri due Comuni.
Nel frattempo l’Agenzia di promozione turistica regionale mi avvisa che un giornalista americano è in arrivo all’Abetone per fare un servizio sulla nostra stazione. È un’occasione perfetta per invitare anche lui a cena, così potrà registrare immediatamente alcuni commenti su come i suoi connazionali vedono la nostra stazione.
Lo passo a prendere in albergo e raggiungo i ragazzi al rifugio dell’ovovia dove si svolge la serata a base di prodotti tipici della montagna. Qui, oltre all’allenatore, insieme ai ragazzi, è arrivato anche il padre di uno di loro, e per uno di quei casi del destino che succedono una volta ogni mille anni, Chris Davenport (questo è il suo nome) è amico per la pelle di Tom Winter, il giornalista che ho appena recuperato.
Una normalissima serata si trasforma così, per loro, in una rimpatriata a 15.000 km da casa. Cosa volete, l’Abetone è un posto che sorprende. In cui succedono cose che non ti aspetti.
Come fissare immediatamente per andare a sciare tutti assieme la mattina successiva. Niente di speciale, se non fosse che Chris Davemport è pluricampione del mondo di sci estremo, una specie di Tomba del freeride. Così, il giorno dopo, si parte tutti alla volta della valle del Sestaione, una valle incantata, cinta dal Monte Gomito da un lato e dall’Alpe delle Tre Potenze dall’altro.
Ci sono otto ragazzi, due allenatori, Chris e Tom; oltre, naturalmente, al sottoscritto. Insieme partiamo per una sciata meravigliosa in una giornata altrettanto bella. Due discese fuoripista, un pulmino a riprenderci in fondo alla valle, e, alla fine, tutti al rifugio per un bel pranzo. Rientrando a casa, Chris, che oltre ai due titoli mondiali vanta la discesa da tutti i cinquantatré 14.000 piedi del Colorado (ovvero le montagne più alte di 14.000 piedi o 4.267 metri), oltre che quella dal Monte Everest, mi dice: “Quello che mi aspettavo dalla Toscana era sciare tra delle colline, ma qui mi sono trovato in mezzo a delle montagne fantastiche e soprattutto a delle montagne vere!”. Cosa volete, l’Abetone è un posto che sorprende…
Non a caso, nelle ultime tre stagioni invernali, l’Abetone è stata per ben due volte la prima stazione sciistica ad aprire gli impianti di risalita (ghiacciai esclusi). Questo può sembrare strano, ma grazie alla sua particolare collocazione geografica, che la pone di fronte al mar Tirreno in posizione elevata, spesso le perturbazioni lasciano il loro prezioso carico di neve sulle prime alture che incontrano e che, per l’appunto, nei confronti del mar Tirreno, sono rappresentate dalle montagne che circondano l’Abetone, facendogli da cornice.
Sono quattro le valli collegate tra di loro attraverso gli oltre 60 chilometri di piste da sci: Val di Luce, Valle dello Scoltenna, Valle del Sestaione e Val di Lima. E sono servite da un articolato sistema di impianti di risalita: seggiovie, ovovie, sciovie di lungo tragitto, tapis roulant e baby-skilift, tutti collegati da un unico biglietto gestito dal consorzio Abetone Multipass.
Sciare all’Abetone vuol dire spaziare su 60 km di piste che si snodano tra diversi versanti, con caratteristiche molto varie: gli ampi pendii del Monte Gomito con le “Zeno”, le foreste secolari delle Regine e della Selletta, l’ambiente alpino della Val di Luce, i ripidi muri delle piste Coppi al Pulicchio, senza dimenticare i tre ampi campi scuola adatti ai più piccoli ed ai principianti. Il tutto servito da ventun impianti moderni e veloci con una portata oraria di 25.000 persone. E poi, pur essendo le precipitazioni nevose abbondanti per tradizione in questa parte di Appennino, in caso di inverni avari di neve l’innevamento programmato copre l’80% delle piste, in modo da coadiuvare le precipitazioni naturali, permettendo così di allungare una stagione che normalmente va da dicembre ad aprile. Ancora una volta, l’Abetone è un posto che sorprende…
E sorprende anche per le numerosissime attività che si possono fare al di là dello sci tradizionale, attività che vanno dallo sci alpinismo, che grazie alla particolare morfologia dell’Appennino qui si può praticare in totale sicurezza, alle ciaspolate e alla corsa su neve. Per arrivare poi alla mountain bike con le speciali Fat Bike che permettono di pedalare anche sulla neve, e alla fine esagerare addirittura con le moto che ogni anno si danno battaglia alla fine di gennaio con una vera e propria gara, trasformando per una sera il parterre di arrivo dell’ovovia in una pista da motocross.
TESTO
Rolando Galli
FOTO
Carpediem
Abetonesport