Il Labirinto di Pietro Porcinai nel Parco Monumentale di Pinocchio a Collodi (Pescia – Pistoia) sta tornando al suo primordiale splendore grazie ad un restauro risolutivo delle problematiche di drenaggio del terreno che avevano costretto a sostituire le pareti verdi con del semplice canniccio. Soluzione alla quale si era arrivati dopo il fallimento dei vari tentativi di piantumazione di edera che in breve tempo finiva sempre per seccare.
La situazione si è protratta fino a quest’anno quando il bando “Restauro del patrimonio artistico” della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia ha finalmente creato le premesse per l’avvio di un intervento definitivo.
La Fondazione Nazionale Carlo Collodi, proprietaria del Parco di Pinocchio, ha partecipato al bando con un progetto di restauro del valore complessivo di 73.810 euro che la Fondazione CARIPT ha valutato meritevole e che finanzierà per il 50%.
Dopo il nulla osta della Soprintendenza, i lavori sono iniziati la scorsa primavera. Ad eseguirli il team di giardinieri specializzati della Giorgio Tesi Group che hanno smontato la recinzione e tolto il canniccio, scavato e smaltito il terreno argilloso presente, sostituendolo con un sottofondo idrofobico percorso da tubazioni drenanti. Infine gli scavi sono stati riempiti con nuovo terriccio di coltura, rimontata la rete originaria e messe a dimora 600 piante di Hedera helix.
Conclusi i lavori, lo scorso 7 luglio il restauro del Labirinto è stato festeggiato con una cerimonia del taglio del nastro alla presenza del presidente della Fondazione Collodi, Pier Francesco Bernacchi, e del presidente della Fondazione CARIPT, Lorenzo Zogheri. Evento programmato in concomitanza delle celebrazioni per il 140° anniversario dalla pubblicazione dei primi capitoli di La Storia di un burattino di Carlo Collodi sul Giornale per i Bambini (capitoli poi raccolti dall’editore Paggi di Firenze in un unico romanzo intitolato Le Avventure di Pinocchio – Storia di un burattino, pubblicato nel febbraio del 1883).
L’area del Parco di Pinocchio dove si trova il Labirinto di Pietro Porcinai fu terminata nel 1972, in seguito ad una serie di interventi di ampliamento che la Fondazione Collodi affidò agli artisti Marco Zanuso, Pietro Consagra e all’architetto Porcinai.
Un’estensione di quasi 3 ettari, denominata Paese dei Balocchi, che ha arricchito con un percorso monumentale la parte originaria, risalente al 1956, dove le opere protagoniste sono la statua di Emilio Greco (Pinocchio e la Fata) e la Piazzetta dei Mosaici di Venturino Venturi e degli architetti Renato Baldi e Lionello De Luigi.
L’architetto Claudia Maria Bucelli – New York University, Villa La Pietra, Firenze; Associazione Pietro Porcinai ONLUS – scrive: “Il Paese dei Balocchi, dalla stampa più volte paragonato a una ‘Disneyland italiana’ nel tentativo di esprimere quell’estensione inusitata tradotta in un mondo fiabesco costruito sulla potenzialità pedagogica dell’arte, veniva a costituire, nel coinvolgimento di diverse professionalità e sensibilità artistiche, un intervento fortemente connotato in identità locale e di raro spessore culturale e sociale nel panorama italiano dell’epoca. Uno spazio potenzialmente didattico nell’originale avvicendamento di episodi orientati al divertimento, ma soprattutto al favorire riflessione e azione in modalità educative. Un atteggiamento ludico quale modalità dell’essere quindi, propensione alla giocosità vitale di chi diviene per scelta giocatore, potendo così muovere le tessere e le singole immagini del gioco per dar loro una sequenza adatta alle diverse situazioni, in tal modo apprendendo il fondamento del vivere. In successione alla piazzetta e al costruendo percorso-parco, un itinerario in continuità concettuale con l’attiguo spazio mosaicato, punteggiato di specie botaniche ed episodi artistici sulle orme delle avventure vissute dal burattino, la nuova addizione doveva ‘provocare’ la partecipazione attiva dei visitatori e, soprattutto, dei più giovani di essi, alla vicenda che si sarebbe snodata loro innanzi lungo un ‘sentiero magico’, proponendosi come traduzione reale in geografia analogica dello spirito più che dei luoghi della novella” (C.M. Bucelli, Il Parco di Pinocchio a Collodi fra paesaggio arte e memoria dei luoghi).
La fisionomia del “Paese dei Balocchi” è opera di Porcinai che trasforma un terreno piatto e incolto in un percorso tortuoso, fatto di saliscendi, dove i personaggi del racconto di Pietro Consagra appaiono davanti al visitatore all’improvviso, inseriti in ambientazioni evocative: gli Assassini in una radura buia, usciti dalla quale inserisce la statua della Fata bambina, in uno spazio in piena luce.
Porcinai ha anche “imposto” la sua idea di labirinto: il labirinto, la Nave Corsara e la Grotta dei Pirati sono i giochi originari del Parco. L’architetto fa mettere da parte la proposta di un labirinto in pietra a favore di un labirinto verde, forse ispirandosi ai tipici labirinti presenti nei parchi di palazzi e ville. Non a caso anche nel confinante Giardino Garzoni ce n’è uno, che si dice porti fortuna agli innamorati. Ma questa è un’altra storia.
testo Adele Tasselli
foto Nicolò Begliomini, Irene Lazzeri