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Calamecca, piccolo tesoro della nostra montagna

Da sempre ben collegato alla viabilità principale tramite tre strade secondari fondamentali: la prima partiva da Pescia e percorreva la Valdinievole e passando per Sorana conduceva al valico appenninico, la seconda strada partiva da Serravalle Pistoiese, saliva fino alla Femminamorta verso Piteglio- Migliorini, ed infine la terza strada partiva da Pistoia, passando da Le Piastre, arrivava a Prunetta e si collegava con le due strade principali sopra descritte verso il valico.

In un atto notarile, presso l’Archivio Storico Pistoiese, si trovano le prime tracce di Calamecca che risalgono all’anno 767 quando Guinifredo, figlio di Guillipad, assegnò in dote alla chiesa dei Beati Pietro e Maria a Piunte vari possedimenti fra i quali una “silva domnica qui appellatur Calamecca…”.

        lo scalone in pietra che termina in un ampio piazzale antistante la chiesa di San Miniato

La storia del paese è costellata di lunghe ed aspre contese dovute alla sua posizione strategica. Le rivalità fra i feudi Ghibellini dei Cancellieri (Cutigliano, Piteglio, Calamecca) ed i feudi Guelfi della famiglia Panciatichi (Popiglio, Serra, San Marcello, Prunetta) porteranno il castello ad essere costruito e distrutto ben tre volte fra il XII° ed il XIII° secolo. Nel 1403 Calamecca viene assoggettata al Capitano della Montagna mantenendo una buona autonomia amministrativa dal momento che aveva un proprio governo ed uno statuto. Il 2 agosto 1530 Francesco Ferrucci trascorrerà a Calamecca la sua ultima notte prima della battaglia di Gavinana, dove verrà fatto prigioniero ed ucciso. Nel 1775 con decreto granducale le magistrature montane convergono sotto un unico magistrato con sede a San Marcello e questa situazione resterà immutata fino all’unità d’Italia. Alla fine del Settecento (precisamente nel 1788) nasce a Calamecca Pietro Contrucci, sacerdote, patriota e scrittore: la sua casa è oggi segnalata da un’iscrizione in marmo. Nel corso della prima guerra mondiale sei soldati di Calamecca persero la vita e durante l’ultimo conflitto mondiale, nel settembre 1943 con la costruzione della linea Gotica, iniziò in paese una grande attività di resistenza. Tra il 19 e il 25 settembre 1944, Calamecca subì una durissima rappresaglia da parte dei nazisti in ritirata, morirono quindici persone fra cui due bambini. Nei primi giorni dell’ottobre 1944 Calamecca viene liberata.

                                    panoramica della Chiesa di San Miniato

Appena arrivati a Calamecca ci si trova in Piazza Francesco Ferrucci dove veniamo accolti da una bella fontana in pietra serena e da un arco con lo stemma mediceo.

Le strade lastricate in pietra si diramano e salgono sulla collina passando fra vicoletti ed angoli che sembrano usciti da una fiaba con casette in pietra a vista molto curate, passaggi voltati, portoni in legno e vasi fioriti; si apre poi una terrazza con la vista sulla vallata, fino ad arrivare all’importante scalone in pietra, decisamente inusuale per un piccolo paese, che termina in un ampio piazzale antistante la chiesa di San Miniato. I numerosi interventi, soprattutto dei secoli XVII e XVIII, hanno fatto perder memoria della chiesa romanica originale. L’edificio sacro, a tre navate divise da otto colonne con variegati capitelli, conserva oggi numerose tracce del periodo barocco. Degno di nota, oltre i due confessionali in pietra serena e i sette altari barocchi, il soffitto ligneo cassettonato della navata centrale con raffigurazioni di santi ed angeli. Inoltre, sull’altare maggiore si trova la pala raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi, di buona mano, risalente alla scuola toscana.

                                                      un tipico vicolo in pietra

Di questo periodo, oltre l’imponente scalinata, è anche il campanile su cui è murato lo stemma di Pistoia capovolto, ad indicare l’ingerenza non gradita. Verranno poi realizzate la scalinata e la sacrestia dove oggi è custodito un piccolo tesoro nascosto rappresentato dai messali ed antifonari, il più antico è databile al 1613. Nel paese è presente una attivissima Pro-Loco che si occupa di organizzare numerosi eventi nel corso dell’anno a partire dalla festa della Castagna, fino ad arrivare all’esposizione di presepi artigianali nel paese, alcuni meccanici, nel periodo natalizio.

Sono le persone a rendere speciale un luogo e parlando di Calamecca dobbiamo assolutamente citare la signora Fernanda, vera memoria storica del borgo, che dal 1940 se ne occupa col cuore, e anche la signora Giovanna, che con l’aiuto dei compaesani ha raccolto tanti oggetti del passato raccontando com’era la vita quotidiana a Calamecca dai testi per la preparazione dei necci ad ogni tipo di attrezzatura da lavoro o utensile casalingo; né può essere dimenticato chi, come Antonio Orsucci, Stefano Crescioli e Rebecca Benedettini, attraverso studi, immagini e cartoline, ne tramandano la memoria. Nel corso del 2019 la trasmissione “Borghi ritrovati” (Rete 4) ha proposto agli italiani questa piccola perla del nostro appennino ed il Gruppo FAI Pistoia vi ha organizzato una visita nel settembre scorso per far conoscere Calamecca, la sua storia e la sua bellezza, convinti che sia questa l’unica strada per assicurare un futuro al nostro Appennino.

Testo e foto Gruppo FAI Pistoia  Sara Gaggioli – Matteo Caffiero

Foto David Dolci

 

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Pubblicazione di punta della Giorgio Tesi Group è la rivista trimestrale gratuita NATURART, edita in italiano e inglese dal 2010 con l’intento di valorizzare in Italia e all’estero le eccellenze e i tesori custoditi da Pistoia e dalla sua provincia. Naturart è media partner riconosciuto per gli eventi speciali di numerose istituzioni locali impegnate nella promozione del senso di orgoglio e di appartenenza a questo territorio.
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