Nicola Cariglia, Presidente della Fondazione Filippo Turati Onlus, ci presenta uno degli enti no profit più importanti presenti sul nostro territorio. Una vera e propria eccellenza a livello nazionale.
Per chi come me ha frequentato fin da piccolo il gruppo di giovani che nel dopoguerra dette vita, con entusiasmo e fiducia, a quella che oggi è la Fondazione Filippo Turati Onlus – un Ente no profit attivo da oltre 50 anni nel campo della cura e dell’assistenza di persone anziane, disabili e svantaggiate – il motto adottato in quegli anni è ancora d’ispirazione: «Ciò che conta è la forza operante», una frase che Filippo Turati pronunciò nel ’21. A sceglierla, e a dare impulso a questa avventura, fu l’onorevole Antonio Cariglia, assertore tenace del pensiero turatiano e leader politico dall’esperienza internazionale, per decenni membro permanente nell’Internazionale Socialista e a contatto con uomini come Willy Brandt, Harold Wilson, Guy Mollet, Olaf Palme, Bruno Kreisky.
Di Antonio Cariglia sono, oltre che fratello, anche uno dei tanti discepoli, ai quali non si stancava mai di ricordare che la qualità di una democrazia la si giudica dal modo in cui si prende cura dei bambini e degli anziani.
Con lui, alcuni giovani gettarono le fondamenta della futura Fondazione e poi la crearono: si tratta di nomi successivamente divenuti molto noti a Pistoia, come Vittorio e Vincenzo Lombardi, Ernesto D’Abruzzo, Sileno Saccenti, Giorgio Rafanelli, Ugo Galligani, Umberto Righi, la cui memoria è ancora viva. Allora erano poco più che ragazzi con alle spalle esperienze come la Resistenza, i campi di deportazione o la divisa.
Si dedicarono inizialmente a dei bisogni pressanti per quegli anni, come quelli dei bambini che non potevano andare in vacanza – per i quali crearono colonie estive – e come quello nato dalla mancanza di lavoro, a cui risposero con l’apertura di scuole per imparare i mestieri semplici di sarto o falegname, e poi, seguendo lo sviluppo e le necessità di un’Italia in crescita, professioni più complesse quali contabili, segretari d’azienda, periti chimici.
Con il maggiore benessere della società italiana e l’accresciuta aspettativa di vita, fu naturale interessarsi degli anziani, dei disabili, di chi ha bisogno di riabilitazione. Fu così che il Ciss (Centro italiano di solidarietà sociale) e il Cifa (Centro per la formazione e l’addestramento professionale) confluirono nel ’65 nella Fondazione, eretta in Ente morale il 7 ottobre del ‘66 con decreto del Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat. Mio fratello volle intitolarla a Filippo Turati proprio per sottolineare il carattere solidaristico delle sue attività, rivolte a quanti si trovano in condizioni svantaggiate per ragioni di carattere fisico, psicologico, economico o anagrafico.
Oggi la Fondazione assiste circa 5mila persone all’anno, mettendo a disposizione 450 posti letto nelle proprie strutture sociosanitarie, dove lavorano quasi 300 dipendenti. Proprio in virtù di quella «forza operante» che ci ispira da sempre, negli anni siamo cresciuti in modo esponenziale, passando dagli iniziali 4mila metri quadrati di superficie edificata ai 44mila attuali: l’ultimo nato è il Centro socio-sanitario di Zagarolo, andato ad aggiungersi a quelli già esistenti a Vieste e a Gavinana, sulla Montagna pistoiese. L’esperienza mutuata da altri Paesi, soprattutto del Nord Europa, ha fatto sì che la crescita fosse legata non solo alla quantità, bensì alla qualità ed è questo a renderci maggiormente orgogliosi.
I criteri strutturali e organizzativi adottati per le nostre sedi ancora oggi ci permettono di rispettare quello che per noi è un imperativo categorico: la dignità della persona, che è tanto più da tutelare quanto più si tratti di bambini, donne e uomini penalizzati per la loro età, per ragioni finanziarie o per la malattia. Non possono esserci eccezioni, né crisi economiche che tengano: si tratta di scegliere di stare dalla parte dei più deboli.
Antonio Cariglia e molti degli uomini e delle donne che con lui realizzarono questo progetto ci hanno lasciato: per ultimo il dottor Giancarlo Piperno, primario radiologo dell’ospedale del Ceppo e fondatore della Lega contro i tumori di Pistoia. Nel frattempo, continuiamo a perseguire i nostri intenti anche grazie all’apporto di volti nuovi: gli amministratori, in conformità ai fini istituzionali dell’Ente, continuano a non percepire emolumenti, mentre tutti gli utili realizzati dalle nostre attività sono costantemente reinvestiti nel miglioramento e nell’ampliamento dei servizi e delle strutture.
E in una società in continuo mutamento, dove le nascite sono ai minimi storici, dove i giovani cercano un futuro migliore fuori dall’Italia e dove la popolazione residente invecchia progressivamente, la Fondazione continua a occuparsi dei più svantaggiati. Per loro abbiamo realizzato strutture adatte a ricoveri temporanei, alla riabilitazione fisica e neurologica, all’assistenza post-acuzie a seguito di dimissioni ospedaliere e alle cure intermedie, ma anche a ricoveri a lungo termine per anziani non autosufficienti, disabili gravi, soggetti affetti da Alzheimer o in stato vegetativo permanente.
Crediamo nel privato sociale, inteso come un migliore e sano rapporto tra privato e pubblico, che possa assicurare a tutti servizi di qualità: la nostra storia ci dimostra che ciò è possibile.
Anche per questo la Fondazione, tenendo conto dei bisogni presenti a livello regionale, punta a radicarsi ancora di più sia a Pistoia sia a Firenze. Dopo l’inaugurazione degli uffici fiorentini, infatti, la Turati progetta la realizzazione in entrambe le città di nuove strutture socio-sanitarie. Il loro fondamento sarà, come già in tutte le nostre attività, la dignità delle persone, specie di quelle più deboli.
Testo
Nicola Cariglia
Presidente della fondazione
Filippo Turati Onlus
Foto
Nicolò Begliomini