Da anni sei uno dei più importanti sceneggiatori di fumetti italiani e rivesti il prestigioso ruolo di editor nella Casa Editrice Bonelli di Milano per la quale il 21 ottobre scorso è uscito in edicola “Il codice Ferrucci”, il fumetto scritto da te e illustrato da Fabrizio Russo ambientato in gran parte a Gavinana, il tuo paese di origine, dove ancora vive la tua famiglia e dove hai voluto prendere anche la residenza. Come nasce la tua passione per il fumetto e qual è il tuo legame con Gavinana e la Montagna Pistoiese?
Ho raccontato di come è nato il mio amore verso il fumetto in un libro intitolato “Io e Zagor” (Cut-Up Publishing), in cui descrivo il mondo com’era negli anni Sessanta e Settanta (ma lo stesso vale per due o tre decenni precedenti), quando i ragazzi leggevano (tutti) i fumetti così come oggi scrollano il telefonino. Le edicole erano la porta verso il mondo della fantasia e gli eroi di carta facevano sognare intere generazioni. L’essere nato a Gavinana e aver trascorso l’infanzia fra i boschi della montagna ha fatto crescere ancora di più la mia passione verso Zagor, un personaggio che vive appunto in una foresta chiamata Darkwood. Il mio legame con il paese di origine è rimasto forte e immutato anche quando gli studi e il lavoro mi hanno trascinato altrove.
Come e perché nasce l’idea di trasformare Gavinana nel luogo misterioso in cui si svolge l’ultimo episodio dell’eroe Dampyr, nato nel 2000 e che è un mezzo vampiro? Ci racconti brevemente la trama del fumetto?
Moreno Burattini è uno dei più noti sceneggiatori di fumetti italiani
Cresciuto all’ombra del monumento equestre in piazza a Gavinana, dedicato a Francesco Ferrucci, mi sono sempre interessato alla figura del condottiero fiorentino.
Approfondendo le vicende che lo riguardano, mi sono parse sempre di più adatte per essere raccontate in un romanzo, o in un film. Ho coltivato per anni il progetto di farne un racconto a fumetti.
L’occasione si è presentata con Dampyr, grazie alla richiesta di Mauro Boselli, che ne è il creatore (insieme a Maurizio Colombo), di scriverne qualche storia del suo cacciatore di vampiri. Per la precisione, Harlan Draka (questo il vero nome del personaggio) è il figlio di un vampiro e, in quanto tale, come insegnano le leggende che si raccontano tra i Balcani e i Carpazi, ha il sangue che rappresenta un pericolo mortale per i non-morti. Le avventure di Dampyr sono sempre molto documentate e molto spesso mescolano la Storia (quella con la S maiuscola) con il fantasy e l’horror.
“Il codice Ferrucci” porta Harlan a Gavinana a indagare sul mistero di un’ultima, misteriosa lettera cifrata scritta dall’eroe rinascimentale, quando giaceva ferito prima di essere ucciso da Maramaldo.
Con la tua idea di ambientare questo fumetto a Gavinana hai fatto un bel regalo al tuo paese, facendolo conoscere attraverso un linguaggio moderno, semplice e universale ad un pubblico molto vasto, legandolo ancora una volta, nel nome di Francesco Ferrucci, alla città di Firenze. Come vedi lo sviluppo futuro della Montagna Pistoiese?
— Tutto dipende dalla intraprendenza degli abitanti della montagna, dalla coesione fra i componenti della comunità e dalla capacità degli amministratori pubblici. Le bellezze naturali, le testimonianze del passato, la buona cucina, la qualità dell’aria e del clima sono tutti elementi che bisogna saper valorizzare e mettere a frutto.
Se non ci si riesce a volte è perché non ci si prova nemmeno.
Ognuno nel suo piccolo dovrebbe portare il suo contributo. Io, nel mio piccolissimo, faccio il mio partecipando (come e quando posso) alle iniziative culturali del mio paese.
Testo a cura della Redazione