I bambini della scuola dell’infanzia “Il Melograno” parlano del patrono di Pistoia festeggiato il 25 luglio
C’è una storia bellina su San Jacopo che dice che lui prometteva di pagare quando veniva il caldo, ma si metteva il mantello pesante, così quando arrivava la persona che voleva i soldi, lui gli diceva che era sempre inverno. In un attraversamento agile e naturale dei confini che separano il reale dall’immaginario, ciò che è in vita da ciò che non lo è, il vicino dal distante, i bambini di cinque anni della scuola dell’infanzia Il Melograno si sono così avventurati nella conoscenza della figura di San Jacopo, il patrono della loro città. Un incontro che sottolinea la capacità dei bambini di aprirsi a temi complessi e di ricondurli dentro una ricerca di costruzione di significati, attraversando la leggenda, la storia, la vita e la tradizione della città oltre che la loro esistenza quotidiana.
A Pistoia il 25 di luglio è festa perché è la festa di San Jacopo e tutti sono in vacanza. Quel giorno tutte le persone vanno davanti alla Cattedrale e i Vigili del Fuoco mettono a San Jacopo un mantello tutto rosso di stoffa pesante con due conchiglie bianche sulla spalle; Io credo che il rosso voglia dire sole, caldo, mantello, luglio, vigili del fuoco, festa di Pistoia.
Il pensiero raffinato con cui i bambini mettono in relazione l’altezza alla quale è collocata la statua del Santo con la vicinanza alla città, con uno sguardo che può abbracciare anche chi è lontano, offre, in una dimensione famigliare, una restituzione vivace e pregnante della presenza del Santo nella città. San Jacopo è sopra la Cattedrale e guarda le persone, i bambini che giocano. San Jacopo saluta tutti quelli che vengono a visitare Pistoia; mi piacerebbe essere al posto di San Jacopo così potrei vedere meglio le cose. San Jacopo vede lontano perché è in alto e vede anche gli amici e i bambini che stanno in collina e in montagna.
Da sempre la figura di San Jacopo ha catturato la fantasia dei più piccoli, affascinati non solo dalla maestosa statua che svetta dall’alto della Cattedrale, spesso raccontata dagli adulti durante una passeggiata in piazza del Duomo, ma anche da tutto ciò che le ruota intorno: i festeggiamenti iacopei del mese di luglio, le sfilate in costume, la giostra dell’Orso. Tutti eventi che colpiscono fortemente l’immaginario dei bambini, creando un forte legame con la città.
Nel mantello ci sono le conchiglie, che servivano come contenitore per dare il mangiare e il bere ai viaggiatori; Il bastone che lui tiene in mano è molto lungo e di ferro. L’esplorazione dei bambini prosegue all’interno della Cattedrale con la visita all’altare d’argento e al reliquiario del Santo, producendo suggestioni e risonanze sensoriali, che ammantano di stupore e nuova vitalità questi manufatti. Abbiamo visto l’altare di San Jacopo tutto luccichente, prezioso perché in argento. Era dentro ad una stanza piccola, ma interessante, dentro c’era molto silenzio e le nostre voci erano piccole. Ci siamo messi in ginocchio vicino all’altare per vedere meglio le figure, erano come fotografie dentro a un quadrato.
I bambini interpretano ciò che vedono alla luce delle loro esperienze, dando valore ad una dimensione prevalentemente narrativa, così le formelle d’argento diventano, ai loro occhi, moderne fotografie in cornice… Al centro della piccola stanza c’è una vetrina speciale, tutta trasparente, con una luce che illumina il castello e due angeli. Al terzo piano del castello, sopra un piccolo cuscino c’è un piccolo osso del cranio della testa di San Jacopo; È stata una bella passeggiata nella nostra città e vi diciamo di andare e di visitare la nostra Cattedrale con molta attenzione, come abbiamo fatto noi!
Hanno partecipato i bambini della scuola dell’infanzia Il Melograno, accompagnati dalle insegnanti Monica Scartabelli, Angela Santini e Valentina Biondi.
TESTO
Maria Laura Contini
Martina Meloni
FOTO
Nicolò Begliomini