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La pittura di Renzo Agostini

R. Agostini – Ritratto di Dora, 1927

Nell’agosto del 1989 si spengeva Renzo Agostini, uno dei protagonisti della scuola pittorica pistoiese del Novecento. A trenta anni dalla scomparsa, chi scrive, pro-nipote e erede della collezione delle opere e della ricca documentazione archivistica, ha ritenuto doveroso ricordare l’artista e il suo lavoro con una serie di iniziative volte a riportare l’attenzione del pubblico su una pagina importante nella storia dell’arte italiana, non soltanto per la qualità pittorica espressa ma anche per la ricca rete di rapporti con esponenti del panorama italiano e europeo.

Nella splendida cornice del Museo Diocesano di Gubbio è stata inaugurata sabato 11 maggio la mostra, Renzo Agostini. Figure e paesaggi curata da Niccolò Lucarelli. La mostra, patrocinata dal Comune di Gubbio e dai Musei Ecclesiastici Umbri e, rimasta aperta tutto il mese di maggio, ha offerto sulle pareti trecentesche delle sale capitolari ritratti, nature morte e paesaggi e nelle bacheche una ricca documentazione : lettere, fotografie e cataloghi di esposizioni.

R. Agostini – Natura morta con cipolla e cetrioli, 1930

Contemporaneamente presso la Pinacoteca Civica di Volterra è stata allestita un’altra esposizione dal titolo Renzo Agostini, Giovanni Costetti: l’allievo e il maestro. Disegni dalla Collezione Agostini che ha celebrato il pittore pistoiese attraverso un dialogo con Giovanni Costetti, colui che lo iniziò alla scoperta dell’arte moderna francese. All’interno delle affascinanti sale dei sotterranei di Palazzo Solaini sono stati esposti disegni a matita, sanguigna e carboncino, appartenenti a differenti periodi della carriera dei due artisti.

La mostra patrocinata dal Comune di Volterra e dalla rete museale della Val di Cecinaè rimasta visitabile fino al 16 giugno, riscuotendo una nutrita partecipazione di pubblico.

Le due esposizioni, sono gli inizi di una percorso espositivo che intende ‘portare’ l’arte di Agostini oltre i confini locali e che ha già programma per il 2020 date in grandi città italiane; eventi che si collocano in un momento felice per l’arte pistoiese del Novecento che vede anche nella nostra città un’ importante mostra voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio, esposizione nella quale Renzo Agostini è ampiamente citato e rappresentato da opere di rara intensità.

      R. Agostini – Natura morta con pentolino bianco, 1931

Dopo una prima formazione a Pistoia, Agostini, nato nel 1906, raggiunge la maturità pittorica sul finire degli anni Venti e si distingue come esponente del “Cenacolo” che fa capo a Giovanni Michelucci. Un lungo soggiorno a Parigi fra il 1928 e il 1939 (dove espose del Salon d’Automme del 1935 e alla collettiva dell’Accademia degli artisti italiani nel 1938), porta alla sua attenzione la pittura moderna di Cézanne, con il suo studio dei volumi e delle geometrie, così come di Picasso e dei Fauve.

     Agostini – Autoritratto, 1939

Artista di respiro europeo, non si allontana comunque dalle sue radici, e ancora oggi resta il fautore di una pittura in cui si ritrova  tutta l’essenza della civiltà rurale toscana, fatta di semplicità e parsimonia. Similmente al maestro Giovanni Costetti, nella sua prima stagione predilige colori che sono magri come quelli dei Primitivi, così sottilmente trecenteschi, con cui compone una poesia cromatica dalla quale emergono sottili atmosfere pascoliane, venate di silenzio, di spirito contemplativo, di amore per i legami familiari, per il duro ma sereno lavoro nei campi. Il paesaggio non fu la sua unica fonte d’ispirazione, anche alla figura umana seppe dedicare tele e disegni d’intensa bellezza. Con un tratto di matita “magro” che ricorda i Primitivi senesi, Agostini si avvicina con rispetto alla personalità di ogni soggetto tracciando profili schietti e onesti di contadini e fanciulle, uomini e donne “di buona volontà”.

Testo Anna Agostini

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