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La quarta cerchia

La quarta cerchia è un racconto illustrato che parla di una società dove la costruzione di muri sembra la riposta più semplice per contrastare le paure. Come nasce l’idea?
Il racconto nasce da un’immagine che si è materializzata in me durante il periodo di isolamento a causa dell’emergenza COVID, quando le città erano realmente chiuse e non si poteva entrare né uscire se non per motivi speciali.
Sembrava che qualcuno avesse costruito nuove mura come nel medioevo, quando le fortificazioni, nate per difendere gli abitanti, finivano spesso per isolarli dal mondo esterno. È stato questo lo stimolo per immaginare una città che alle soglie del terzo millennio decide anacronisticamente di costruire una cerchia muraria (la quarta) più grande e moderna delle precedenti. Un progetto maestoso che, a detta dei suoi abitanti, avrebbe cambiato in meglio la vita di tutti, dando nuovi stimoli all’economia locale, al turismo e all’orgoglio cittadino.


Attualità o fantascienza?
Non credo che la costruzione di nuove mura, reali o metaforiche che siano, costituisca oggigiorno una reale possibilità. Certo non possiamo negare la presenza nel mondo di muri alquanto bizzarri come quelli progettati da Trump tra gli Stati Uniti e il Messico o in Israele per confinare il popolo palestinese. Esiste poi la questione sui confini dell’Europa e su un Mediterraneo visto come un grande muro invalicabile.
Tuttavia, sarebbe una forzatura affermare che il libro descriva una situazione imminente.
La parola che più si addice al racconto è distopia, ovvero la rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro che risulta prevedibile sulla base del presente.
Il libro parla di Pistoia ma potrebbe riferirsi a qualunque altra città o nazione. Inizialmente avevo pensato di ambientare la storia in un luogo immaginario sulla scia delle città invisibili descritte da Marco Polo nei racconti di Italo Calvino. Alla fine, ho deciso di legare il progetto alla mia città, cogliendo l’occasione per farne un racconto autobiografico, esplicitando qua e là, tra le righe, l’amore e le contraddizioni che mi legano ad essa.


Vecchie cartoline ritoccate, collage in bianco e nero e tanta ironia. Quanto sono importanti le illustrazioni per il racconto?
Ogni mio lavoro, anche nel caso di progetti narrativi, nasce da una serie di suggestioni visive che provo poi a materializzare attraverso vari strumenti e linguaggi. Nel caso de “La quarta cerchia” ho realizzato, oltre al testo, una serie di illustrazioni con la tecnica del collage a partire da cartoline d’epoca e citazioni di opere di artisti locali. Si inizia dalla copertina del libro, dove le mura tagliano il paesaggio come una lama (citazione dei progetti di architettura radicale degli anni ‘70 firmati dal pistoiese Adolfo Natalini con Superstudio) fino alla “Luna nel pozzo” di Gianni Ruffi che nel libro diventa il prototipo per un cappello alla moda. In altri casi le illustrazioni sono un approfondimento al testo come nelle pagine ispirate alla vicenda Marini, dove alcuni elicotteri sottraggono di nascosto le opere del Maestro durante un corteo a difesa del museo.
Una ricerca poliedrica tra arte e design. Quali strade hai percorso negli ultimi anni e dove ti hanno portato?
La passione per l’arte mi ha portato a sperimentare nel tempo molti linguaggi: dalle sculture alle installazioni site-specific fino alla videoarte e alla grafica.


Anche nel lavoro di designer all’interno di Metilene, lo studio di comunicazione che ho fondato anni fa, ho sempre cercato di rendere più fluido possibile il rapporto tra arte e design.
Da queste contaminazioni nascono ad esempio lavori come le cartoline dei campanili impilate a creare grattacieli impossibili (esposte a Palazzo Fabroni per la mostra “Romanzo Pistoia” nel 2016) o il progetto in itinere dal titolo “L’elefante nella stanza” che racconta la storia dell’arte dalle origini ai giorni nostri  attraverso le vignette della settimana enigmistica.
Questo libro è anche il primo pubblicato dalla neonata Metilene edizioni. Cosa ti ha portato a intraprendere questa avventura?
Il nostro studio lavorava già da molti anni in questo settore attraverso l’impaginazione grafica di libri per varie case editrici a livello nazionale. L’idea è stata quella di partire da questa esperienza e fondare una casa editrice dove poter esprimere al meglio la nostra idea di libro.

Si tratta quindi di una startup parallela allo studio di comunicazione e che, come tale, ha ancora molta strada da fare. Tuttavia, questi primi due anni di attività sono stati molto stimolanti, al punto tale da spingerci ad investire sempre di più su questa nuova attività.
Ad oggi, Metilene ha pubblicato una ventina di titoli tra arte, storia, natura, narrativa e libri per ragazzi.
Nel futuro ci piacerebbe promuovere autori di valore e temi originali capaci di lasciare un segno, collocandoci di diritto tra le piccole ma preziose case editrici indipendenti italiane.

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Pubblicazione di punta della Giorgio Tesi Group è la rivista trimestrale gratuita NATURART, edita in italiano e inglese dal 2010 con l’intento di valorizzare in Italia e all’estero le eccellenze e i tesori custoditi da Pistoia e dalla sua provincia. Naturart è media partner riconosciuto per gli eventi speciali di numerose istituzioni locali impegnate nella promozione del senso di orgoglio e di appartenenza a questo territorio.
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