Quattro anni fa lo avevamo annunciato in anteprima su queste pagine più o meno con lo stesso titolo e ora lo possiamo confermare: Pistoia, finora esclusa dalla rete primaria dei cammini italiani, ha ora la Romea Strata, una via di pellegrinaggio internazionale che la raggiunge da nord e la mette in comunicazione con la Via Francigena e Roma.
«Un successo per l’Ufficio Pellegrinaggi della Diocesi di Vicenza e delle numerose persone ed associazioni che hanno collaborato a questa realizzazione – ci racconta il direttore Don Raimondo Sinibaldi, ideatore del progetto Romea Strata – ma un successo anche per la Regione Toscana che ha creduto in noi destinando fondi per la segnaletica. Speriamo che sia un successo anche per i Comuni toscani attraversati dalla via, destinatari finali con i loro cittadini, di questa operazione che potrà portare pellegrini, ma anche turisti, viandanti e camminatori a conoscere ed apprezzare i loro territori e a contribuire al loro sviluppo.
Tutto è nato a partire dal convegno “Le vie di pellegrinaggio per Roma, Santiago e Gerusalemme nel nord-est d’Italia”, svoltosi a Vicenza nel marzo 2013 che ha fatto emergere le basi storiche per lo studio di queste antiche vie, stabilendo i presupposti metodologici su cui ancorare il progetto. La nostra via di pellegrinaggio in questi anni è cresciuta e, con i partners internazionali (Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Repubbliche Baltiche), ha iniziato l’iter per il riconoscimento di “Route Culturale Europea”, un titolo che al momento è detenuto solo dal Cammino di Santiago di Compostella e dalla Via Francigena.
Per noi sarà un riconoscimento importante per affermare il carattere spirituale della Romea Strata, riproponendo a una profonda riflessione la celebre affermazione di Goethe: l’Europa è nata pellegrinando e la sua lingua è il cristianesimo.»
Molti di voi avranno già notato i cartelli che segnalano il percorso anche in città e si saranno chiesti il loro significato. Perché “ROMEA STRATA” e poi “Nonantolana – Longobarda”? Cerchiamo di chiarire, ma dobbiamo fare un passo indietro, anche nel tempo…
Fino quasi dall’inizio della diffusione del Cristianesimo, dai più lontani paesi i pellegrini si mettevano in cammino utilizzando tratti delle rete consolare romana, strade longobarde, vie imperiali altomedievali e percorsi marittimi e usufruendo, a distanza di una giornata di cammino, di hospitales, monasteria, pievi o semplici locande, dove trovavano alloggio e assistenza, spesso gratuita. La Toscana era uno snodo essenziale sulle tre grandi direttrici di pellegrinaggio dell’antichità, non solo per Gerusalemme e Roma, ma anche per Compostella perché i pellegrini del nord e dell’est europeo talvolta preferivano scendere a latitudini più basse e, dopo aver reso omaggio a Pistoia alla Reliquia di San Jacopo (Santiago), proseguivano il cammino attraverso l’Italia o la Francia meridionale.
Se guardiamo la mappa della nostra via a livello europeo, osserviamo che un insieme di strade convergono da varie destinazioni dell’Europa cento orientale, verso il Veneto in direzione di Roma, e questo spiega la prima parte del nome: “Romea Strata” in latino è un neutro plurale e significa “le Strade Romee”, cioè l’insieme delle strade per Roma, denotate con nomi diversi a seconda dei territori attraversati e del periodo storico di riferimento. Per esempio, in Italia il percorso principale entra dal Passo del Tarvisio in Friuli e lo attraversa con il nome di “Via Romea Allemagna”, mentre entrando in Veneto si percorre la romana “Via Annia”, fino al fiume Po.
In Friuli e nel Veneto sul percorso principale convergono altri importanti percorsi come la “Via Aquileiense” proveniente dalla Slovenia e molti altri percorsi antichi, ognuno dei quali caratterizzato dal nome originale, provenienti da Verona, Vicenza, Trento ed altri luoghi ancora. Fortunatamente per noi, a sud del Po tutti i percorsi convergono nella “Via Romea Nonantolana – Longobarda”, così chiamata dal nome dell’Abbazia di Nonantola, fondata presso Modena attorno al 750 d. C. dal nobile longobardo Anselmo, abate e santo. L’Abbazia è stata per secoli il punto di riferimento per questa strada transappenninica, per l’esistenza di pievi, ospitali e monasteri appositamente fondati, sia in Emilia che in Toscana, per la manutenzione del percorso ed l’accoglienza dei pellegrini.
Il tratto toscano, seguendo dove possibile l’ipotesi di un percorso longobardo avanzata dallo storico pistoiese Natale Rauty, attraversa l’appennino a monte dell’Ospitale di Fanano, alla Croce Arcana, poi, passando da Cutigliano, Lizzano, San Marcello, Gavinana, supera il Passo dell’Oppio, scende a Maresca, Campo Tizzoro, Pontepetri per attraversare il Reno a Le Panche. Risale poi fino al Passo della Castellina per lambire i ruderi del castello di Batoni, scendere a Le Grazie, alla pieve di Saturnana, Lizzanello, Igno, Piazza per poi immettersi lungo il corso dell’Ombrone fino a S.Giorgio e raggiungere Pistoia. Da Pistoia il percorso prosegue verso Pontelungo, sale a Vinacciano e segue il crinale del Montalbano fino a San Baronto e quindi fino alla Torre di Sant’Allucio. Scende poi a Vinci e a Cerreto Guidi prima di immettersi sulla Francigena a Fucecchio, accompagnandovi fino a San Miniato.
La Romea Strata riconosce alla nostra città un ruolo di tappa di primaria importanza, sia sul cammino verso Roma che verso Santiago, come “città jacopea” seconda nel mondo solo a Compostella. Da Pistoia i pellegrini potranno inoltre raggiungere direttamente Lucca, in direzione Santiago, o Firenze, in direzione La Verna – Assisi, sul nuovo Cammino di San Jacopo.
Se siete camminatori esperti o non lo siete ma volete provare un’esperienza nuova, magari con la vostra famiglia, potete percorrere più tappe o, anche per cominciare, solo qualche chilometro della Romea Strata, seguendo la segnaletica oppure reperendo le informazioni sul tracciato e anche le tracce per il GPS sul sito www.romeastrata.it
La Guida della Romea Strata, edita dal Touring Club Italiano, si trova nelle migliori librerie e presto sarà disponibile anche presso il Bookshop del Battistero di Piazza Duomo, punto di partenza e biglietteria del percorso museale della Chiesa Cattedrale denominato “Il Tesoro di San Jacopo”.
Testo Nedo Ferrari
Foto Nicolò Begliomini – Archivio Romea Strata