Il Museo del Ricamo di Pistoia, nato nel 2004 grazie soprattutto al lavoro del l Museo del Ricamo di Pistoia, nato nel 2004 grazie soprattutto al lavoro del MOICA (Movimento Italiano Casalinghe) e della sua infaticabile Presidente Anna Maria Michelon Palchetti è oggi una importante sede museale permanente, destinata alla conservazione, manutenzione ed esposizione dei materiali tessili ricamati di cui Pistoia senza ombra di dubbio può ritenersi – sia nella storia antica che più recente di questa vera e propria arte – eccellente centro di produzione. Studiando reperti, fonti e documenti è emersa l’importanza e la diffusione dell’arte del ricamo nella nostra città. La presenza di numerosi conventi e monasteri di clausura prima e di conservatori di istruzione femminile poi, è risultata fondamentale per la conservazione e l’insegnamento alle nuove generazioni di usi, stili e mode dei lavori di ricamo legati sia al sacro che al profano.
“sfilati”, il “punto antico” anche detto “punto toscano”
Il solido legame tra la nostra città ed il ricamo in bianco ebbe il massimo splendore nel XIX secolo quando i preziosi ricami che arricchivano la biancheria per la casa sottolineavano il pregio e il livello sociale di coloro che li possedevano. Questa situazione creò quindi una fiorente attività commerciale di grande successo sia in Italia che a livello internazionale, determinando anche un importante incremento occupazionale femminile e di conseguenza la creazione di una sorta di “scuola pistoiese del ricamo” che si specializzò in una vasta gamma di punti impiegati, arrivando alla creazione di alcune specifiche ed originali tipologie, come gli “sfilati”, il “punto antico” anche detto “punto toscano” e il “punto Casalguidi” che prende il nome dall’omonima località del Comune di Serravalle Pistoiese e, recentemente, il “punto Pistoia”. Proprio per proseguire questa tradizione dal 1992 al 1999 il MOICA ha organizzato 4 corsi professionali di ricamo finanziati con contributi europei Nel 2001 Monsignor Scatizzi, allora Vescovo di Pistoia, inizia a parlare con MOICA della possibilità di realizzare un Museo Pistoiese del ricamo e concede in comodato le due sale di Palazzo Rospigliosi. Il lavoro per realizzarlo è tanto e grazie all’aiuto della responsabile dei Musei Civici Pistoiesi Chiara d’Afflitto, dopo tre anni, nel Maggio del 2004, si inaugura il Museo.
“Punto Casalguidi”
Come già anticipato il Museo del Ricamo di Pistoia si trova in due sale attigue a piano terra di Palazzo Rospigliosi, sede anche dei Musei Diocesano e Rospigliosi. Nella prima sala e nella grande cassettiera illuminata situata nella seconda, trovano collocazione tanti splendidi manufatti legati alla vita domestica tra cui ci preme segnalare un bellissimo abito stile impero appartenuto alla Famiglia Sozzifanti (Prop. Museo Civico di Pistoia), un pannello di borsette realizzate a punto “Casalguidi” – veramente uniche nel loro genere – e l’opera “Le ricamatrici” (2007 – Moica) un ricamo eseguito a punto “Pistoia” su un disegno del pittore Mario Nannini.
La seconda sala invece, è dedicata ai preziosi arredi e indumenti ecclesiastici caratterizzati da preziosi ricami di proprietà della Diocesi di Pistoia. Da segnalare un prezioso ricamo cinese donato al Museo dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e un bellissimo paravento realizzato dalle ricamatrici MOICA. Star indiscussa della seconda sala è il meraviglioso paliotto d’altare in sete policrome oro e argento, realizzato nel 1601 per la Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Madonna del Letto) su disegno di Iacopo Ligozzi, ritornato al suo antico splendore grazie ad un lungo, costoso ed accurato restauro realizzato dal Museo delle Pietre Dure di Firenze. Si tratta, come avrete potuto intuire da questa breve presentazione, di un museo vivo, che visto il grande patrimonio di materiali di cui dispone, grazie anche alle donazioni e ai depositi, ha la necessità, ciclicamente, di rinnovare la propria esposizione con un occhio di riguardo anche verso l’organizzazione di mostre tematiche su particolari tecniche esecutive del ricamo.
Oggi, perchè questa antica tradizione non venga dimenticata, il Museo accoglie sotto forma di donazione o di deposito ogni testimonianza utile alla ricostruzione della sua storia.
Testo a cura della Redazione
Foto Nicolò Begliomini