Ultime notizie:

Primavera al museo 2024: le iniziative dei Musei Civici

Nel fine settimana tra il 19 e il 21...

Ultime notizie:

Primavera al museo 2024: le iniziative dei Musei Civici

Nel fine settimana tra il 19 e il 21...

Week end con la Fiera dell’Antiquario Città di Pistoia

Nella Cattedrale di via Pertini i banchi degli operatori...

Voglia di vivere incontra Laura Cappellini, autrice del libro ‘La pietra e la bestia’

Il Pantheon degli uomini illustri, sabato 13 aprile alle...

Le città e i territori del futuro

Abbiamo approfittato della disponibilità dell’Architetto Stefano Boeri per parlare un po’ di questo interessante progetto e delle prospettive di una nuova visione delle città e dei territori che le circondano, legato in maniera indissolubile dal rapporto tra uomo e natura. Il Masterplan per la valorizzazione della Valdinievole è un progetto commissionato da Fondazione Caript allo studio dell’architetto Stefano Boeri per delineare una prospettiva comune di rilancio dell’intera area, dove si mettono insieme poli d’attrazione, eccellenze e paesaggi dal punto di vista fisico, sociale, ambientale ed energetico.Il piano interessa tutta la Valdinievole, che si estende per oltre 260 chilometri quadrati, ha 120mila residenti ed è amministrata da 11 Comuni, che hanno collaborato alla stesura del documento.

                                                Un particolare del Bosco verticale

La nostra rivista bilingue NATURART, che da 13 anni racconta in oltre 60 paesi nel mondo il territorio pistoiese, è da sempre attenta ad approfondire il tema della connessione tra l’uomo e la natura. Come vede il futuro di questo rapporto?
In qualità di membri della specie umana, tendiamo a dimenticare il nostro ruolo e il nostro posto sul Pianeta: occupiamo con le nostre città (l’habitat artificiale in cui per la maggioranza viviamo)uno spazio minimo, il 3% dell’intera superficie della Terra, ma in meno di 3 milioni di anni dalla nascita della nostra specie abbiamo già consumato il 70% delle risorse a nostra disposizione, producendo quasi l’80% dell’anidride carbonica oggi presente nell’atmosfera, prima causa del cambiamento climatico in corso. E per quanto possiamo prevenire o diminuire il nostro impatto sul Pianeta, l’unica tecnologia che è in grado di assorbire la CO2 già emessa -e quindi, in un certo senso, rimediare a quello che abbiamo già fatto – è quella realizzata dalle piante, dalle foreste, attraverso la fotosintesi clorofilliana.
Non esiste tecnologia artificiale che possa o potrà fare quello che la natura fa già autonomamente. Per questo, implementare la vegetazione nelle nostre città può aiutarci a combattere le sfide della crisi climatica. La pianificazione e la progettazione urbana devono essere, da questo punto di vista, di aiuto. I benefici sono innumerevoli: dall’abbassamento delle temperature contrastando l’effetto isola di calore, tema quanto mai attuale, all’assorbimento delle polveri sottili dell’inquinamento urbano; dall’implementazione della biodiversità ai vantaggi enormi per la salute dei cittadini. Accogliere la natura vivente nell’ambiente urbano non è un esercizio semplice, ma è una sfida che deve essere colta.
La forestazione urbana non è dunque un’opzione, ma la scelta più efficace, economica e inclusiva per contrastare gli effetti e le cause profonde del cambiamento climatico.

                                                    la Trudo Tower di Eindhoven

Secondo noi siamo ormai di fronte ad una inevitabile rivoluzione urbanistica che porterà le nostre città ma anche il territorio che le circonda sempre più verso l’ecosostenibilità, il green e il rispetto dell’ambiente, arrivando forse anche a mutare le abitudini consolidate e la vita delle comunità. Cosa pensa in proposito?
Già dopo la pandemia da Covid-19 era ormai chiaro che stavamo vivendo probabilmente la conclusione di un lungo ciclo di vita delle nostre città, iniziato due secoli fa con l’industrializzazione e la sua potenza attrattiva. Con l’accelerata alfabetizzazione digitale e la pervasiva esperienza di smart-working durante i lockdown, in realtà penso si sia già aperta per molti individui, famiglie, gruppi sociali la prospettiva di una riforma sostanziale dei propri tempi e stili di vita; per alcuni anche di una effettiva delocalizzazione delle proprie aspettative fuori dal perimetro della città. La città del futuro, in una realtà sempre più complessa e stratificata, dovrà garantire un elevato mix sociale oltre che funzionale; consentire un’offerta diversificata di modalità di trasporto; ospitare al suo interno tutte le tecnologie e i devices necessari a ottimizzare il consumo energetico; avere al suo interno ampie porzioni di natura vivente: gli alberi, le piante come componente costitutiva – e non semplicemente come ornamento decorativo. Credo, e spero, che il futuro del mondo urbano andrà verso una densità edilizia più alta e controllata, nel tempo e nello spazio, concentrata per quartieri o “borghi urbani” piuttosto che per singoli epicentri; che ci riavvicinino alla natura e che contengano i servizi essenziali per i cittadini raggiungibili in un tempo contenuto. Dobbiamo quindi cambiare la città se vogliamo che continui ad essere l’habitat primario per la nostra specie. Dobbiamo progettare quartieri urbani dove la tripartizione spazio-temporale tra lavoro, residenza e tempo libero sia rapidamente sostituita da una progressiva compresenza di tutte le funzioni vitali o comunque da un’intensa osmosi nelle destinazioni d’uso. Penso che sia importante tornare a vivere gli spazi seguendo la logica di prossimità che ancora oggi è tipica dei centri urbani di piccole dimensioni. Non intendo ovviamente proporre il modello di un borgo medioevale all’interno delle grandi città contemporanee, quanto piuttosto ridefinire il concetto di “borgo urbano”, nel senso di una zona con un’elevata autonomia di funzioni che permetta a ciascuno di poter accedere al commercio minuto, alla scuola, alle istituzioni culturali, ai servizi sanitari entro un raggio temporale di quindici/venti minuti. A piedi o al massimo in bicicletta. Tuttavia, questo modello di “città per quartieri”, di una “città dove in 15 minuti trovi tutto” – riprendendo la proposta di Carlos Moreno per Parigi – risponde solo in parte alla domanda di riequilibrio generale delle energie urbane che la crisi climatica oggi pone a tutti noi. Resta aperta l’opportunità, da non perdere, di accompagnare un probabile rimescolamento della presenza umana nel territorio con la rigenerazione delle migliaia di villaggi agricoli e borghi storici che costellano le aree interne dell’Italia e dei Paesi europei. Siamo di fronte ai segnali di una possibile transizione ecologica e urbanistica, che ci auguriamo porterà le nostre città ma anche il territorio che le circonda ad assomigliare sempre più a degli arcipelaghi metropolitani, in cui isole pedonalizzate di comunità, dense di servizi ai cittadini, siano circondate dal verde e dalle reti della mobilità sostenibile.

                                                                    Stefano Boeri

Il Masterplan per la valorizzazione della Valdinievole è un progetto che vi è stato commissionato da Fondazione Caript per delineare una prospettiva comune di rilancio dell’intera area, dove si mettono insieme poli d’attrazione, eccellenze e paesaggi dal punto di vista fisico, sociale, ambientale ed energetico. Ci racconta come è nato e come si è sviluppato il progetto che avete recentemente presentato?
Lavorare sulla valorizzazione della Valdinievole è un’opportunità straordinaria, offertaci da Fondazione Caript, per poter riflettere su un’area così interessante, variegata e ricca del territorio italiano.
Insieme a Corrado Longa e al Dipartimento di urbanistica di Stefano Boeri Architetti abbiamo iniziato a ragionare su una proposta che unisse le esigenze degli 11 comuni, partendo dalle criticità sollevate durante i dialoghi e i sopralluoghi che abbiamo svolto in questi mesi. Dall’ascolto abbiamo potuto elaborare un intervento che leggesse questo territorio così diversificato – che va da dalle alte valli dei torrenti Nievole e Pescia, a quello collinare e pedecollinare dell’arco settentrionale e del Montalbano, fino alla pianura bonificata intorno al Padule del Fucecchio– e mettesse insieme le risorse effettive per darne valore, per dare unicità a questa eterogeneità.

                                                          il Masterplan della Valdinievole

Abbiamo immaginato che, a partire dalla valorizzazione del paesaggio, si potessero unire le eccellenze legate alla storia, alla cultura, all’economia, all’agricoltura e al turismo con un percorso ciclabile di circa 140km – affiancato da percorsi pedonali ombreggiati e verdi – che fosse in grado di cucire questi diversi territori.
Oltre alla connessione dei 24 borghi storici, vengono previsti anche 13 nuovi hub di sosta prolungata e 10 di sosta breve, garantendo un accesso ai servizi turistici e di accoglienza della Valdinievole. Per quanto riguarda gli interventi sul costruito, poi, le principali proposte del Masterplan riguardano la riattivazione delle Terme di Montecatini, il recupero del Mercato dei Fiori di Pescia, il potenziamento dell’ospedale di Pescia, oltre alla promozione di una rete degli impianti sportivi di interesse sovralocale e di scuole tecniche e professionali che, messe a sistema con le imprese, possono attivare sinergie utili al territorio.

                                                   bonifica intorno al Padule di Fucecchio

La proposta che abbiamo sviluppato per la Valdinievole si pone, perciò, come un dispositivo di connettività sociale che mette in rete i servizi e le risorse locali; di connettività fisica, grazie alla creazione di un’infrastruttura ciclabile e sostenibile; e di connettività culturale e tecnologica, valorizzando il patrimonio esistente e favorendo lo sviluppo di comunità energetiche e l’implementazione di sistemi di produzione rinnovabili e sostenibili, utili a rendere il territorio autosufficiente dal punto di vista energetico.

Sponsored by:

spot_img

Eventi

aprile, 2024

Discover Shop

spot_img

Don't miss

Week end con la Fiera dell’Antiquario Città di Pistoia

Nella Cattedrale di via Pertini i banchi degli operatori...

Voglia di vivere incontra Laura Cappellini, autrice del libro ‘La pietra e la bestia’

Il Pantheon degli uomini illustri, sabato 13 aprile alle...

Natura Medica. Passato e futuro della medicina popolare

Sabato 6 aprile alle ore 17.00 nella Sala Manzini...

Paper Week 2024 al Museo della Carta di Pescia

Nel periodo dal 8 al 14 aprile 2024, si...
Naturart
Naturart
Pubblicazione di punta della Giorgio Tesi Group è la rivista trimestrale gratuita NATURART, edita in italiano e inglese dal 2010 con l’intento di valorizzare in Italia e all’estero le eccellenze e i tesori custoditi da Pistoia e dalla sua provincia. Naturart è media partner riconosciuto per gli eventi speciali di numerose istituzioni locali impegnate nella promozione del senso di orgoglio e di appartenenza a questo territorio.
spot_imgspot_img

Potrebbero interessarti anche

Novecento inatteso

Palazzo Amati Cellesi, già Amati, fu fra Sette e Ottocento la più ampia e sfarzosa residenza nobiliare di Pistoia ed è infatti noto per...

Le bugie hanno le gambe tozze

A Pistoia, in Via Filippo Pacini n. 34, si trova la sede de L’Incontrario, il progetto di integrazione lavorativa e di inclusione sociale per...

La rete della vita

La manifestazione, diretta da Stefano Mancuso, organizzata dagli Editori Laterza e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, ha indagato La rete della...