L’esplorazione di Pistoia ha già cominciato ad avere molti più protagonisti di prima. I tanti e diversi mezzi di comunicazione che stanno destinando un elevatissimo numero di servizi, riprese, osservazioni, informazioni sulla città e sul suo territorio sono contagiati, è facile constatarlo, dalla bellezza e dalla ricchezza dei suoi monumenti, dei suoi capolavori artistici e dei suoi vivai, dalla misura e dalla discrezione con cui si lascia scoprire, offrendo contemporaneamente un programma di attività culturali denso, originale, declinato in tutti gli ambiti del sapere e della creatività.
Dalla Turchia a Bruxelles, e ancora, a breve, a Berlino e a Mosca, la città si sta insinuando, grazie specialmente alla Regione Toscana, nell’immaginario collettivo internazionale e nazionale come meta rara, facilmente raggiungibile, capace di restituire, moltiplicata, la curiosità di chi vi si spinge. L’eccezionalità di Pistoia sta nel condensato di storia che racchiude entro le sue mura, nella cerchia verde che le contiene, nel rapporto con la montagna e la pianura che la segna, e, soprattutto, nel tratto che i suoi abitanti hanno dato al vivere nella città.
Lo studio, l’elaborazione, le proiezioni progettuali che si spingono ben oltre i confini locali, in settori anche molto distanti fra loro, si fondono con la concretezza del fare, la pacatezza delle riflessioni, il rispetto delle tradizioni, donandole una vivacità composta.
Se si avvertono le tensioni e le divisioni che l’attraversano, come accade ad ogni consorzio umano, non si può certo affermare che esse impediscano la definizione e l’adozione di strategie di lungo periodo e di ampio respiro. Il sospetto che nasce, frequentandola, è che fosse una della capitali della cultura italiana assai prima che le venisse assegnato il titolo. Giova a chiunque, in tutti i sensi, conoscerla, ed è, perciò, meritoria l’opera di chi ne agevola l’avvicinamento.
Giuseppe Gherpelli
Project Manager
Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017