In un periodo in cui la fruizione immediata degli oggetti che acquistiamo costringe il mercato a realizzare modelli identici, di scarsa qualità e di facile riproduzione, un seme di rinascita sembra arrivare dal basso per merito di piccole imprese che da qualche anno riportano alla luce antiche tecniche di lavorazione artigianale, dimenticate e in disuso, il cui valore consiste nell’unicità e nella bellezza di ciò che viene realizzato e nel lavoro accurato delle persone. Manusa è una di queste realtà, una cooperativa di tipo b che nasce a Pistoia nel 2012 proprio dall’idea di unire il recupero di un artigianato tradizionale, a valori etici, ambientali e sociali, dove la componente femminile è sempre stata prevalente.
Il termine “manusa” (che in sanscrito significa “essere umano”) racchiude in sé la filosofia da cui nasce la cooperativa che si fonda su una visione sostenibile e contemporanea della moda, capace di dare valore sia a ciò che viene prodotto, sia alle storie di vita di coloro che stanno dietro ad ogni manufatto. Il progetto si fonda fin dal suo inizio sul concetto di ‘circular economy’ e valorizza il riutilizzo di materiali di scarto e il recupero di tecniche artigianali tessili, quali il lavoro ai ferri, l’uncinetto, il ricamo e il rammendo, puntando sul coinvolgimento di esperti artigiani e sviluppando una costante ricerca creativa e di qualità. Da queste attività sono nati prodotti di moda e di design che hanno raggiunto negli ultimi anni mercati nazionali e internazionali.
La cooperativa ha come obiettivo principale quello di creare occupazione soprattutto per persone in condizioni di fragilità che si trovano escluse dal mercato del lavoro. Con il loro pieno coinvolgimento nella produzione, favorisce percorsi di crescita sia sociale che professionale e valorizza le risorse personali, le competenze pregresse e le capacità creative di ognuno.
Sono tanti coloro che ad oggi hanno frequentato percorsi di formazione e di inserimento socio-lavorativo in progetti della cooperativa e alcuni di loro adesso lavorano al suo interno.
Tra luglio 2018 e luglio 2019, grazie ad un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, è stato realizzato il progetto ASOLA che ha previsto l’allestimento di un laboratorio di maglieria con il recupero di vecchie macchine manuali, all’interno del quale ha avuto luogo un percorso di formazione professionale diretto da designer e artigiane con lunga esperienza, che ha coinvolto 12 persone appartenenti a fasce deboli. Da questa esperienza ha preso vita una collezione di prodotti e lavorazioni a maglia che hanno trovato spazio nelle ultime due edizioni di Pitti Filati a Firenze. Manusa è stata presente sia con uno suo stand nella sezione Fashion at Work, sia partecipando allo Spazio Ricerca, incontrando l’interesse di produttori e di stilisti emergenti, italiani e stranieri, attratti dalle tecniche artigianali, dalla possibilità di realizzare piccole produzioni di alta qualità e dai principi etici e sociali.
Mentre due partecipanti al progetto hanno già trovato occupazione come maglieristi, altri stanno perfezionando la loro formazione all’interno di aziende del settore: una dimostrazione che l’artigianato tessile può rappresentare nuovamente opportunità di lavoro e di realizzazione personale. Esiste infatti un mondo della moda che lega il prodotto all’emozione che suscita, alla storia che racconta, alla tradizione che porta in sé, dove sempre maggiore attenzione viene data alle lavorazioni autentiche, uniche e alle storie che mettono al centro il rispetto dei lavoratori e la cura per l’ambiente.