Naturart entra nell’ottavo anno di vita e si mette l’abito nuovo.
Non cambiano gli obiettivi della rivista, portavoce delle bellezze e delle ricchezze del territorio pistoiese, con il desiderio di rivolgere il suo racconto sia a coloro che abitano vicino, sia a coloro che vivono lontano e che magari non hanno ancora avuto l’occasione per venire da noi. Non si modifica neppure l’entusiasmo: quell’entusiasmo legato ad un progetto che è ormai riconosciuto e apprezzato un po’ da tutti e ovunque e che ha saputo mettere radici e continuare a proiettare i suoi rami ben al di là delle mura cittadine.
Cambia però la veste, fin dalla copertina e – in maniera ancora più accentuata – all’interno. Starà a voi lettori giudicare il risultato raggiunto. A noi spetta il compito di proseguire, se possibile, con sempre maggiore slancio lungo una strada che guarda con ottimismo al futuro ma che comincia ad avere anche un bel passato, fatto di 27 numeri, di centinaia di articoli, di immagini che resteranno nella memoria, di narrazioni che hanno sempre generato nuovi incontri e stimoli. In queste pagine soffia una brezza nuova: non migliore – forse –, ma diversa.
Parlano le parole, continuano a parlare le fotografie, ma anche gli spazi bianchi finiscono per avere una voce. C’è una “leggerezza” accentuata, considerando la “leggerezza” come elemento positivo, come una modalità di racconto: allo stesso modo in cui la intendeva Italo Calvino, che ha prestato a Michele Fabbricatore – e, tramite lui, a Naturart e al nostro territorio – un nuovo compagno di strada: Cosimo degli Alberi, che inizia con questo numero il suo cammino, fatto di sogni, di poesia e di progetti concreti, che osserva la città e vuole contribuire a renderla migliore.
Giovanni Capecchi
Direttore Editoriale
Managing Editor
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