Il ritratto non è semplicemente fotografare un volto, diventa uno squarcio che ci porta dentro per estrarne il contenuto e riportarlo fuori, sotto gli occhi di tutti.
Un lavoro che si concentra sul soggetto in “una relazione” con elementi esterni.
Tutto è nato con il progetto “Wannabe” in cui uomo e animale si fondono per ricordaci da dove veniamo e che l’istinto , quella voce che abbiamo dentro ma che abbiamo addomesticato spesso mettendola a tacere, forse è l’unica cosa che può salvarci. Wannabe è la serie fotografica che nel 2014 ha aperto le porte dell’Arsenale di Venezia a Mariangela Della Notte con il concorso “Premio Arte Laguna”.
Il progetto “Solo” vede la luce tra il 2015 e il 2016. Sono fotografie scattate in un set improvvisato nella cucina di casa. Con Agnese, la sua prima figlia, ancora molto piccola, per Mariangela diventa difficile stare tanto tempo fuori casa, ma la grande voglia di sperimentare nuove cose e dar voce a quello che sente dentro, con la stanchezza di giornate frenetiche, la casa diventa un luogo in cui estraniarsi, un dentro e un fuori, della vita quotidiana e di esperienze oltre-confine.
Il colore l’elemento con cui entrare in relazione, da cui lasciarsi guidare anche tramite il tatto, manipolandolo e lasciando che fosse l’istinto a guidarla nella “messa in scena” del momento. Per questo progetto la volontà è stata quella di ridurre i contenuti per facilitare l’immedesimarsi da parte dello spettatore. “Solo” parte morbido, affrontando come primo argomento quello della purezza, ma i temi sono molteplici e difficili, reali e quotidiani: l’indifferenza, il dolore, l’inganno ma anche la vita e la rinascita.
L’autoritratto – ci dice Mariangela – è lo strumento che ho scelto per dedicarmi ad un assolo per immagini, esattamente come può fare un musicista che, conoscendo le note ed avendo in mente una melodia, trova nell’improvvisazione un’armonia in cui si mescola l’esistente con l’irripetibile.
Nella lettura delle fotografie che ne sono venute fuori, è molto difficile individuare un prima e un dopo e capire se il motivo ha generato la foto o la foto le ha voluto dire qualcosa del motivo e Il “dentro e il fuori” generano una ridondanza in cui immergersi.
Lascio che la vita di tutti i giorni mi proponga delle novità in cui imbattermi – continua Mariangela – ed alle mie figlie insegno la bellezza del cambiamento, che non è un fallimento ma un divenire in crescendo. Non c’è fine a quello che siamo e che possiamo essere: non c’è fine e la fotografia serve a testimoniarlo.
Testo Lorenzo Baldi
Foto Mariangela Della Notte