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Le forme e i giochi di colore del paliotto del 1601 conservato al Museo Rospigliosi.

Talvolta attraversiamo le strade della città limitandoci a percorrere le vie conosciute, osservando le vetrine, rimbalzando tra Piazza Duomo e Piazza della Sala.

Nei vicoli meno frequentati però, gli stessi che ci conducono in centro città, si nascondono spesso meraviglie ignote ai più, che meriterebbero la nostra attenzione e il nostro stupore oltre che, forse, una maggiore promozione per il turista “mordi e fuggi” che arriva a Pistoia in cerca di tesori da scoprire.

È il caso del Museo del Ricamo in Via Ripa del Sale, all’interno di Palazzo Rospigliosi, gestito con estrema passione dalle donne del Moica e dalla direttrice Annamaria Michelon Palchetti, dai cui occhi traspare tutto l’orgoglio e la dedizione a questa realtà della città.

È lei a guidarci nella visita al museo, dove noi di Discover Pistoia siamo venuti con un intento preciso: quello di farci raccontare, o forse sarebbe meglio dire narrare, la storia del paliotto della Madonna delle Grazie, pezzo eccezionale dell’esposizione, da pochi giorni di ritorno da Siena e Prato, dove è stato esposto nell’ambito della mostra “Il Corpo e L’Anima. I Luoghi di Cura Ospedaliera in Toscana dal XIV al XIX secolo”.

“Questo è il pezzo più antico e più prezioso del museo, risale al 1601 – racconta Annamaria – fu una suora del convento di Santa Maria delle Grazie a chiamarmi per dirmi di aver rinvenuto nella chiesa questo paliotto eccezionale e a pregarmi perché intervenissimo, affinché questa meraviglia non andasse persa per sempre”. A questa chiamata sono seguiti due anni di restauro, dal 2002 al 2004, operato da Silvia Frasca, restauratrice di tessuti antichi.

Non bisogna essere esperti di ago e filo per comprendere la particolarità di questa seta ricamata: forme e colori creano un’intricata danza, che rappresenta una Madonna con il bambino ascendente verso il cielo, circondata da rose finemente realizzate e simbolo per eccellenza della Vergine, e da un tripudio di altri fiori e animali, perfettamente speculari rispetto a Maria posta al centro.

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Foto: In visita al Museo e dettaglio di una libellula sul paliotto (Discover Pistoia)

Basta soffermarsi un attimo per essere catturati dai dettagli del ricamo: mano a mano che lo osserviamo, ci rendiamo conto di quante creature lo decorano. Farfalle, bruchi, upupe, passerotti, tulipani, passiflore sono ovunque, con colori più accesi da una parte, più neutri dall’altra, “forse a dirci – spiega Annamaria – che furono due mani diverse a realizzare il paliotto e che vollero differenziarsi con i cromatismi”.

Ma da dove derivano tutte queste creature? Sicuramente rimandano a racconti delle Sacre Scritture, ma è praticamente certo che il progetto fu di Iacopo Lighozzi, il naturalista che visse alla corte dei Medici tra ‘400 e ‘500 e nei cui disegni si ritrovano gli stessi concetti e le stesse forme. Narra la leggenda, che sia la madre del Lighozzi che la sorella fossero ricamatrici, ma forse è un po’ troppo ardito pensare che anche loro abbiano messo mano sul prezioso paliotto.

“Il paliotto è sicuramente una commemorazione del miracolo del 1338 – prosegue Annamaria – quando una giovane donna venne guarita dal suo stato di paralisi dalla Madonna delle Grazie, da allora colloquialmente ribattezzata dai pistoiesi Madonna del Letto”.

Per conoscere meglio il mondo del ricamo pistoiese vi invitiamo a leggere gli approfondimenti “Mani di fate” e “Quando il ricamo diventa arte”, curati dal nostro trimestrale NATURART.

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Foto: Il Paliotto del 1601 di Santa Maria delle Grazie (Discover Pistoia)

Orari e info:

Il Museo, in Via Ripa del Sale, è aperto da martedì a giovedì dalle 10.00 alle 13.00, il venerdì e il sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 e negli stessi orari anche la seconda domenica del mese.

Per informazioni contattare lo 0573 358016.

Redazione Discover Pistoia

redazione discover

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