Sopravvisse all’Era Glaciale in America e Asia.
Ciò che la Natura ha diviso milioni di anni fa, l’uomo in meno di un secolo è riuscito a riunificare. Con questa semplice frase si può riassumere la storia della Magnolia, una delle piante più antiche del mondo (resti fossili ne testimoniano la presenza oltre 90 milioni di anni fa). Sembra infatti che in seguito all’Era glaciale le uniche Magnolie che sopravvissero furono quelle in America e in Asia e solo grazie agli esploratori britannici fu possibile la loro riunificazione fra la fine del XVII e il XVIII secolo.
Fu infatti nel 1688 che sir Bannister portò quella pianta sconosciuta (Magnolia virginiana) dai fiori deliziosamente profumati dall’America in Inghilterra dove poi ricevette il nome botanico di Magnolia nel 1703 in onore a Pierre Magnol, un illustre botanico francese. Mentre, alla fine del 1700 sir Banks introdusse la prima Magnolia dall’oriente, la Magnolia denudata.
Strane piante queste per gli europei: grandi fiori colorati e coriacei che si permettevano di apparire sui tronchi spogli in pieno inverno! E che, per garantirsi la fecondazione a carico dei robusti insetti camminatori, poiché le api ancora non erano presenti sul pianeta,dovettero differenziare petali, pistilli e stami forti e coriacei.
Nel tempo, poi, assunsero direzioni evolutive diverse che portarono alla nascita di specie sempreverdi (Magnolia grandiflora) soprattutto nel continente americano; e di specie caducifolie in oriente sulle montagne della Cina e del Giappone.
Curiosità
Magnolia denudata: Originaria della Cina centrale, i monaci buddisti la coltivano già dai tempi della dinastia T’ang (618-907A.D.) per piantarla intorno ai loro templi come simbolo di purezza e di apertura.
TESTI
Gianna Masetti
FOTO
Nicolò Begliomini