Luciano Giovannetti, vincitore di ori olimpici e di titoli mondiali di tiro al piattello.
Occhio furbetto, birichino, da conquistatore (narrano le cronache che eserciti gran fascino sul gentil sesso), parlantina facile, il nostro interlocutore ripete in continuazione che il suo l’ha già fatto, e come l’ha fatto, giù il cappello. Impegnatissimo come Tecnico Generale per la Fitav (Federazione italiana tiro a volo), che lo cerca un minuto sì e l’altro pure, facendo del suo cellulare un elettrodomestico caldissimo.
Siamo con Luciano Giovannetti da Bottegone (guai a non citare la frazione che gli ha dato i natali), è un “ragazzino” di quasi 67 anni (li compirà il 25 settembre), che sgrana, come un rosario, le vittorie che in tanti anni di carriera è riuscito a ottenere. I successi, già! Basti solo pensare alle due medaglie d’oro olimpiche, nella specialità Fossa Olimpica, colte a Mosca ’80 e Los Angeles ’84, che l’hanno reso un campionissimo alla Coppi, insignito dall’ISSF (International Shooting Sport Federation) quale atleta del secolo nella sua specialità.
Ma Giovannetti è una gloria azzurra nata per caso: ha stravinto da atleta, ha stravinto da commissario tecnico italiano, portando i nostri a primeggiare ovunque, dai giovani ai seniores. Un talento della caccia prestato al tiro. «Non ho fatto tutta la trafila per diventare tiratore», ci racconta da affabulatore (ed è un autentico piacere stare ad ascoltarlo). «Cacciavo nella stagione regolare – continua il nostro campione – poi nel periodo di chiusura sentivo che dovevo inventarmi qualcosa. Mi proposero di partecipare al Gran Premio Industrie di Piombino: avevo 20 anni. Feci due serie da 15 piattelli ciascuna e realizzai 29 su 30 con un Beretta S03. Vinsi. Da allora, mi suggerirono di andare a gareggiare a Roma, dove mi classificai quarto nella finale nazionale. È stato l’inizio della mia trafila sportiva».
Figlio di Silvano e Doriana, una sorella Luciana, Clara la compagna, padre di Federico, 29 anni, musicista, tifosissimo della Pistoiese, nella miriade di affermazioni centrate ha anche un Campionato del Mondo nella Fossa Universale a Montecatini Terme, nel 1980, un Campionato del Mondo nella Fossa Olimpica a Caracas nel 1982, medaglie mondiali ed europee in serie, record prestigiosi (uno su tutti, il 198 su 200 piattelli con cui trionfò ai Giochi Olimpici di Mosca).
«Non si vince il giorno di gara – ammonisce . si vince un anno prima della competizione, durante la fase della preparazione». E chiosa regalandoci il segreto del suo successo. «Essere sempre al 100% fisicamente: nei tre giorni di gara ogni minimo inconveniente può pregiudicare la prestazione.Cuore a posto, occhio buono, massima concentrazione, forte reattività e un briciolo di fortuna». Che, come in tutti i settori dell’esistenza, non guasta mai.
TESTO
Gianluca Barni
FOTO
Nicolò Begliomini