Il 25 luglio visto da dentro la sfilata.
Comincia con un salto indietro di otto secoli la mia giornata in compagnia di San Jacopo.
Tra broccati, velluti e vessilli, assieme agli oltre quattrocento figuranti, anch’io mi sistemo dietro al gonfalone del mio gruppo, Primo Comune d’Italia, e mi avvio armandomi di coraggio e pazienza per le vie del centro storico. E pensare che un po’ di timore c’è stato, di prima mattina, quando una timida pioggia ci ha costretto a farci pensare se la sfilata si sarebbe fatta oppure no. Un’acqua che, comunque, non è stata sufficiente a smorzare il caldo, ma fra uno squillo di chiarine ed un rullo di tamburi, sfiliamo fra i cittadini che, numerosi, sono venuti a vederci.
Quest’anno, oltre ai rioni, oltre ai gruppi storici cittadini, oltre alla Compagnia dell’Orso, la nostra sfilata si è arricchita della presenza di gruppi storici da tutta la Toscana. E’ tutto un caleidoscopio di colori, di stoffe, di forgie anche molto diverse fra loro. Qualche coraggioso indossa addirittura costumi con finiture di pelliccia, come se fosse dicembre!
Preceduti dagli sbandieratori e dai tamburini, alcuni gruppi inscenano finti duelli, accompagnati dagli applausi dei tanti intervenuti. Una babele di lingue: oltre ai pistoiesi, si sentono turisti inglesi, francesi, tedeschi e Pistoia, con questo balzo di otto secoli torna a splendere, come splendeva nel Medioevo, piccolo gioiello che si è fatta forte fra Lucca e Firenze, prima di capitolare non senza dare del filo da torcere a vicini ben più potenti.
Il pomeriggio è dedicato al culto di San Jacopo: con la firma del patto di amicizia fra Santiago de Compostela e Pistoia, siglato alla presenza del sindaco di Pistoia, del Vescovo Fausto Tardelli e delle autorità della Cattedrale di Santiago: un primo passo importante verso la definizione di un vero e proprio gemellaggio.
L’odore della ceralacca in Sala Maggiore (hanno fatto le cose in grande!) ci aiuta a ritrovare la solennità di questo nuovo percorso, che dopo tanti secoli unirà di nuovo Pistoia e Santiago.
Infine, la chiusura oscilla fra sacro e profano, e Piazza e Cattedrale diventano un passaggio temporale: in Piazza del Duomo siamo nel 2015, con le prelibatezze pistoiesi, ma se scendiamo tre gradini ed entriamo nel Duomo, con la cerimonia dell’ostensione della reliquia, torniamo nel 1200, “a raccontar storie di dame, cavalli e cavalieri”.
Torneremo il prossimo anno: tanto, Lui, Messere lo Santo Jacopo sarà di nuovo lì, a guardarci benevolo, dall’alto della chiesa, col suo bel mantello rosso.
Mi chiamo Chiara Innocenti e sono nata a Pistoia il 17 aprile 1977. Dopo la laurea in Legge all’Università di Firenze, sono stata Assessore alla Cultura della Provincia di Pistoia dal 2009 al 2012. Attualmente lavoro presso Uncem Toscana, dove mi occupo di Politiche Giovanili.