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Scrigno di bellezza

Realizzato nel Settecento dall’omonima famiglia.

Sull’angolo di un antico edificio all’incrocio tra via del Carmine e via de’ Rossi è posta una curiosa testa medievale, scolpita in pietra nera. L’opera si ritiene essere l’effigie di Grandonio, o Grandone, de’ Ghisilieri, uomo d’armi vissuto nel XII secolo, appartenente alla nobile famiglia pistoiese dei de’ Rossi, che, al soldo dei Pisani, uccise re Musetto di Maiorca, contribuendo alla conquista delle Baleari. L’immagine di questo personaggio, collocata in modo così strategico su questo crocicchio conosciuto come “canto de’ Rossi”, ricorda non solo il prestigio di tale famiglia, ma anche i suoi possedimenti in questa parte della città.

E’ proprio in via de’ Rossi, infatti, che nel Settecento fu edificato, su preesistenti case e torri, il nuovo palazzo residenziale di questa casata, realizzato su progetto dell’architetto padre Raffaello Ulivi e ultimato con l’intervento dell’architetto Francesco Maria Beneforti. Il risultato fu quello di una dimora di grandi dimensioni, espressione del prestigio della famiglia, caratterizzata, all’esterno, dalle ampie finestre con eleganti cornici in pietra serena e, all’interno, dallo scalone monumentale che collegava i tre piani dell’edificio, dove si aprivano sale di ricevimento, salotti privati ed alcove, impreziositi da decori in stucco e dipinti ad affresco.

L’edificio, che caratterizza con la sua prestigiosa facciata la stretta strada medievale, è oggi di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, la quale, dopo il sapiente lavoro di restauro affidato allo studio di Adolfo Natalini, ne ha fatto la propria sede.
Il complesso ha riacquistato la piena leggibilità degli spazi tipici di una dimora nobiliare, in cui hanno trovato la giusta collocazione le opere d’arte antiche e moderne che compongono la prestigiosa collezione della Fondazione.

Palazzo de’ Rossi

Il percorso all’interno del palazzo si snoda dall’ampio piano terra, che dà accesso alla cosiddetta “terrazza Grandonio”, un tempo giardino e più recentemente cinema all’aperto, in cui, entro un’esedra, si trova fin dal 1802 la statua in terracotta raffigurante l’illustre eroe in abito militare.
Dall’atrio, la scala monumentale a quattro rampe conduce al primo e al secondo piano, dove i diversi ambienti conservano le preziose decorazioni realizzate tra Sette e Ottocento da artisti fiorentini e pistoiesi, tra i quali Ippolito Matteini, Vincenzo Meucci, Giuseppe Bezzuoli e Nicola Monti.
Il fulcro centrale dell’edificio è il grande salone di rappresentanza al piano nobile, la “sala magnifica”, splendido ambiente a doppio volume, con ballatoio di rigiro, decorato dai dipinti di Luigi Rafanelli e dagli stucchi di Luigi Malfanti. In questa sala si svolge la prestigiosa attività concertistica dell’Associazione pistoiese “Amici della Musica”, sostenuta dalla Fondazione, che ha visto nel tempo la partecipazione di musicisti di fama internazionale.

In alcune sale sono esposte, secondo un percorso cronologico, le opere che compongono la collezione dell’Ente, un vero e proprio museo privato, che si apre al pubblico per illustrare particolari aspetti dell’arte e della cultura pistoiesi nel corso dei secoli. Particolarmente ricca è la raccolta del Novecento, dove sono presenti artisti come Marino Marini, Agenore Fabbri, Mario Nigro, Fernando Melani, fino ad arrivare ai rappresentanti della cosiddetta “scuola pistoiese” della Pop Art, come Umberto Buscioni, Gianni Ruffi, Roberto Barni e Adolfo Natalini.

TESTO

Perla Cappellini

FOTO

Nicolò Begliomini

 

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